Le notizie di stampa degli ultimi giorni a seguito delle denunce messe in campo dalle strutture territoriali di Taranto e Lecce/Brindisi della SLC CGIL, sono la dimostrazione lampante di quella che deve essere la strada per provare a dare dignità ad un settore – quello dei call center – che ha all’interno migliaia di giovani e donne: stare in mezzo ai lavoratori così come stiamo facendo, avere il coraggio di denunciare e provare a riscattare i torti subiti da chi è disponibile ad accettare condizioni indicibili pur di portare a casa mezzo tozzo di pane.
È necessario quindi continuare incessantemente la lotta a questa forma di caporalato del terzo millennio, rinsaldando i rapporti con le persone e stimolando continuamente chi è deputato ad intervenire e normare.
Noi abbiamo ampiamente dimostrato da che parte stiamo: da quella dei lavoratori, dei più deboli per dare voce a chi non ha la forza di imporre la propria dignità perché schiacciata dalla ricerca del profitto smisurato di tanti prenditori (non imprenditori).
Tanto è stato fatto anche dalle istituzioni, non vogliamo assolutamente disconoscerlo: l’approvazione della clausola sociale è uno strumento importantissimo in questo settore.
Ma le vicende di questi giorni ci mostrano come sia necessario essere ancora più incisivi e determinati: le ispezioni e le sanzioni per chi sbaglia non sono un capitolo procrastinabile.
In terra di Puglia (e ovunque) non è minimamente accettabile verificare l’esistenza di casi come quelli in cui ci sono retribuzioni da 1 euro all’ora.
Chiediamo dunque al Presidente Emiliano ed all’Assessore al Lavoro di convocare urgentemente un tavolo e pianificare un intervento strutturale, volto a garantire i tanti giovani e precari dei call center.
SLC CGIL PUGLIA ha deciso da che parte stare: aspettiamo un segno concreto da tutti.
Il Segretario Generale Puglia Slc Cgil