Daniela Baldassarra è una comica nata (forse) a Altamura. Ingombra lo spazio terrestre con il suo corpo attraente, per un metro quadro di superficie (all’incirca), ma quando si presenta in scena, se inizia a parlare (e quanto le piace parlare!), diventa una minacciosa “macchina per pensare”.
Daniela ha una bella presenza, ma soprattutto un’elevata conoscenza di molte cose messe insieme: l’intimità umana, la tradizione teatrale, le nevrosi collettive…Inoltre, come attrice ha un’arte mimetica spiccia e manichea. O ti attira a sé o ti spinge sotto una valanga di contraddizioni, che non vorresti essere nato né uomo, né donna.
Come mai un’attrice che padroneggia un linguaggio così vario, preciso, ironico, sorprendente, divertente non ha (ancora) un contratto in RAI?
Il suo repertorio preferito è mirato a dire tutte le verità sull’amore terrestre, dalla drammaturgia delle coccole iniziali al “subito dopo” degli orgasmi. E nel mezzo ci sono le meditazioni sui preservativi rumorosi o silenziosi…
Daniela ha una capacità di osservazione degli animali pensanti che va dall’infinitamente grande della nostalgia all’infinitamente piccolo del fallo maschile. Le sue tesi mettono a repentaglio tutte le certezze ideologiche degli uomini che, conservando molti connotati tribali, si sentono ancora il sesso onnisciente e onnipotente.
Daniela, fragile nel privato, è molto combattiva in teatro; la sua comicità ‘insolida’ è fondamentalmente una richiesta d’aiuto femminista, ma sua la lingua è affilatissima contro le cattive maniere.
Quante donne stanno in lei?
O quanto di lei c’è nelle donne che rappresenta?
Bisognerà seguirla in tutti i lavori teatrali fino a quando non si farà suora di clausura.
La Baldassarra usa il corpo senza trucchi o artefizi; lo mostra volentieri per liberarlo dalle mode troiesche, facendolo tornare un corpo vero, imperfetto, che suda, si bagna, che si ferisce e soffre, oppure che fa ridere.
Questa attrice non retrocede mai, scherzando; come fa il miglior salumiere con la mortadella, ella affetta, per noi spettatori, i luoghi comuni, i conformismi, i tabù, dandogli uno spessore che diventa sapore.
È sanzionabile per qualcosa? Sì. Daniela ama fare le prediche, ai confini del suo tempo teatrale. Simula la vocazione di santa Teresa di Avila e fa esperimenti morali sugli animi corrotti in sala. Ma a teatro si va a disimparare e quel che di lei ci rimane nella memoria, a fine spettacolo, sono gli altolà ai soprusi e alle ipocrisie.
Rivolgiamo questi pensieri a chi non la conosce: sui vostri calendari annotatevi una data utile. Daniela Baldassarra è una talentuosa di livello nazionale; merita una popolarità nazionale. E manca poco.