Non è semplice raccontare la storia di un transgender, senza scadere nel volgare o nel patetico. Ci è riuscito perfettamente Tom Hooper, che aveva già conquistato il pubblico con “Il discorso del re”: il regista britannico ha dribblato l’ostacolo con delicatezza e maestria, regalandoci un film superlativo. Stiamo parlando di “The Danish girl”, la pellicola che narra la vera storia di Lili Elbe, il primo transessuale a essersi sottoposto a una operazione per cambiare sesso.Siamo nella Danimarca degli anni ’20. Einar Wegener e Gerda sono marito e moglie, due pittori affermati nel panorama artistico del loro Paese. La complicità dei cuori e la sintonia professionale fanno di loro una coppia moderna e libera, ma una nuvola oscura s’insinua nella loro storia quando Einar posa per sua moglie, indossando delle calze velate e un paio di ballerine. L’immagine al femminile di sé stesso, riflessa nello specchio di fronte, risveglia in Einar qualcosa che era stato sepolto nella parte più intima della sua anima.Dapprima per gioco, Einar diventa Lili -un’elegante signora dagli occhi melanconici- con la complicità e l’ironia di sua moglie. Per un periodo, Einar e Lili convivono in uno strano gioco delle parti, passando dai pantaloni ai vestiti e dalle bretelle al rossetto. Poi, la crisi d’identità si fa sempre più disperante e Lili non può fare a meno di distruggere per sempre quell’Einar che le ha complicato la vita, non prima di essersi sottoposta ai soprusi dei medici.Film poetico e toccante al tempo stesso, “The Danish girl” non lascia indifferente il suo pubblico e va a inserirsi in un dibattito ancora irrisolto, soprattutto in Italia. Che cosa sappiamo dei transessuali? Perché parliamo ancora di malattia, dinanzi a donne con i genitali di un uomo e viceversa? Conosciamo intimamente il calvario di queste creature?Il protagonista maschile del film ama dipingere la bellezza dei fiordi in cui è nato e la pittura è il fil rouge di tutta la storia. Allo stesso modo Tom Hooper, adattando l’omonimo romanzo di David Ebershoff, racconta la vicenda di Lili Eber con “pennellate” cupe e malinconiche -ma anche stracolme di speranza- e ci strappa qua e là persino una lacrima.Tuttavia, se il tormentato Einar/Lili ci commuove (a interpretarlo perfettamente è Eddie Redmayne, vincitore del premio Oscar lo scorso anno con il film “La Teoria del Tutto” e candidato al Golden Globe per questa sua interpretazione), è Gerda il personaggio che più ci conquista, grazie anche all’interpretazione di Alicia Vikander. La moglie accompagna il marito fino in fondo, in questo doloroso percorso che lo porterà alla piena conquista del sé e della sua vera identità, soffrendo con lui e amandolo oltre l’immaginabile.“Che cosa ho fatto per meritare di essere amato in questo modo?”, saranno le ultime parole di Einar, divenuto ormai Lili, ma ancora innamorato della sua extra-ordinaria moglie.