(di Francesco Monteleone)
Regia di Giovanni Colajemma
con Lucia Coppola, Antonella Radicci
Dario Mangieri e Filippo Donvito
Iniziamo dalla fine della storia, come si fa in certi film di cinema. Gianni Colajemma si presenta a ringraziare il pubblico mentre gli applausi in platea si moltiplicano come coriandoli al vento. È finita la recita della sua prima commedia comica del 2014, alla fine di una stagione teatrale tagliata in due dall’intervento delle autorità amministrative comunali baresi, le quali chiedendo l’adeguamento della struttura alle norme di sicurezza vigenti, hanno decretato la chiusura forzata dello storico teatro ‘Barium’. Il capocomico ha una espressione serena, come se non fosse successo niente, ma il suo sorriso ha un retrogusto amaro, perché 10 mesi di porte sbarrate lasciano le cicatrici perfino a un colosso, figuriamoci a una compagnia cittadina che non ha più sostegni finanziari dai vari assessorati alla Cultura (sic.!)
Il pubblico esprime un eccesso di simpatia umana anche quando ricompare sul palcoscenico l’ammirevole Lucia Coppola, un tesoro di attrice locale che addirittura è diventata nonna (tanti auguri, signora!). E i fan non smettono di dimostrare la stessa pressione sentimentale anche verso Antonella Radicci, Dario Mangieri e Filippo Donvito, arruolati per rendere indimenticabile questa data. È sabato 8 marzo 2014, finalmente ha ripreso a battere il cuore del Barium. Evviva, diciamo noi. Vecchi frequentatori di un teatro dialettale che piace, grazie a San Nicola, anche alle nuove generazioni. La pièce che abbiamo gradito è liberamente ispirata all’opera di Aldo De Benedetti, ma il testo dell’autore è l’unica cosa, tutto sommato, inessenziale. A Colajemma serviva un intreccio semplice, senza tanti colpi di scena, per sferrare contro il sindaco di Bari una farsa impietosa. Diciamo che questa commedia è una simpatica maniera di farsi giustizia da sé, usando lazzi e sberleffi. Il sindaco interpretato da Giouàn non si chiama ‘Michele’, ma ha la stessa robustezza fisica, una riconoscibile spavalderia umana e l’inconfondibile tendenza a prendere per il culo gli amici, i conoscenti, i parenti e i dipendenti, insomma tutte le virtù che possiede l’attuale primo cittadino barese. Ma se ci fossero dubbi sulle allusioni, basta cogliere il riferimento più esplicito alla persona: infatti il secondo atto comincia cu un bel fondale del vecchio Teatro Petruzzelli, con il signor sindaco e la sua cameriera barivecchiana che mangiano in silenzio una sostanziosa quantità di frutti di mare. Inoltre la voce di un tenore famoso canta la famosa aria del ‘Barbiere di Siviglia’ che inizia con “la calunnia è un venticello…” Più chiaro di così!
Comunque al di là di questo comprensibile dileggio già programmato dalla scorsa estate, “Il sindaco sono io” è una molto divertente esibizione, costruita per dare un paio d’ore di felicità al popolo barese, svelando le finte virtù dei politici, che raramente danno tutto quel che promettono. Essi si innamorano del potere, sfruttano in maniera smodata i mezzi pubblici, hanno una vita privata svilita da crescenti ipocrisie. (In questa storia c’è anche un mezzo tradimento realizzato da una moglie ‘giovanissima’ che si veste da aragosta sexi). Gli attori della compagnia stanno riprendendo la velocità che serve per spingere gli spettatori a ridere senza fermarsi più. Alla decima replica questo ennesimo lavoro sarà un congegno perfetto per gioire coralmente. Ora i baresi hanno un unico obbligo morale: riempire tantissime volte la sala per far lievitare gli incassi. Colajemma, sua moglie (donna energica) e suo figlio Gianmarco (che fa il cassiere, il tecnico del suono e lo scenografo) se lo meritano per davvero. Bentornato, Teatro ‘Barium’!
Lo spettacolo andrà in scena presso il Teatro Barium, in via Pietro Colletta 6, il venerdì e il sabato alle ore 21:00 e la domenica in un doppio spettacolo, alle 18:00 e alle 21:00.
Per info e prenotazioni, chiamare il numero 080.5617264 – 3935350241