Nel bel mezzo di cammino di sua vita, M.Night Shyamalan la via del bel cinema avea, in effetti, smarrita. Dopo gli scivoloni di alcune sue pellicole precedenti (in testa “I dominatori dell’aria”, “E venne il giorno” e “Lady in the water”), il cineasta asiatico – quell’emme puntata sta per Manoj – ma naturalizzato a stelle e strisce, con questo suo “Split”, ha riacquistato lo smalto dei primi, e ad ogni modo inarrivabili, capolavori come “Il sesto senso”, “Unbreakable – Il predestinato” e “The Village”.
Costato appena 9 milioni di dollari (e si vede, pur non inficiandone il risultato), il film nella prima settimana di programmazione Usa ne ha incassati circa 40 e ora si aggira sui 78 milioni di dollari, in Italia è uscito lo scorso 26 gennaio e ha già incassato circa 2 milioni di euro, segno che il pubblico sta gradendo, giustamente.
Tre ragazze, Claire, Marcia e Casey, la più problematica e asociale delle tre, vengono rapite da un maniaco (immenso James McAvoy, di cui parleremo a breve) e rinchiuse in uno scantinato. Presto le ragazze, mentre brancoleranno nel buio alla scoperta del motivo per cui sono state rapite, capiranno chi hanno di fronte: un uomo affetto da personalità multiple, una più pericolosa dell’altra.
In Kevin, questo il nome del rapitore, affetto di disturbo dissociativo dell’identità, convivono, infatti, ben 24 personalità multiple, da Dennis, ossessivo-compulsivo maniaco dell’igiene, allo stilista omosessuale Barry, dalla fanatica religiosa Patricia al piccolo dispettoso Hedwig. In cura dalla dottoressa Fletcher (Betty Buckley, indimenticabile miss Collins nel film culto “Carrie” di De Palma), la quale a sue spese imparerà che la più pericolosa di tutte le personalità dell’uomo è quella che lei crede un’invenzione, “La bestia”. Il finale (vi consigliamo di andare a vedere il film), è tutto un programma: vi basti sapere che compare Bruce Willis nei panni del supereroe da fumetti di “Unbreakable – Il predestinato”. E come lo stesso regista ha dichiarato il protagonista di “Split” avrebbe dovuto incrociare quest’ultimo proprio nel film del 2000: gli appassionati di sequel e trilogie sono avvisati…
Superba la prova attoriale di James McAvoy, capace di donare ai vari ruoli un’intensità emotiva non indifferente (splendida la Patricia che ricorda un’altra folle del cinema, la Misery di Katy Bates), aiutato anche dai bei costumi di Paco “The Danish girl” Delgado, e dalla splendida fotografia di Mike Gioulakis.
Chiudiamo con una curiosità: anche Shyamalan ha lo stesso vizio del maestro Hitchcock, essendo solito interpretare dei camei nei suoi stessi film. Dottore nell’ospedale ne “Il sesto senso”, spacciatore di droga in “Unbreakable – Il predestinato”, automobilista assassino in “Signs”, guardia del parco in “The Village”, condomino in “Lady in the water”, voce al telefono in “E venne il giorno”, in “Split” interpreta un amico della dottoressa che la aiuta ad analizzare alcune riprese di una telecamera di sicurezza.