“Soundtrack Cinema” di Mirko Signorile, un omaggio alla settima arte

di Carmela Moretti

di Carmela Moretti

È stato “donato” al pubblico nel primo giorno di primavera, quasi a volerne anticipare il contenuto. E, difatti, il nuovo album del pianista Mirko Signorile ha tutte le espressioni della stagione dei primi bagliori: la leggerezza, la dolcezza e le sfumature lievi. In un gioco particolare di sinestesie e di continui rimandi, i suoni del pianoforte (unico strumento, qui e là arricchito solo da elementi elettronici) si fanno colori e questi ultimi diventano quasi vento, sole e cielo. “Soundtrack cinema” -questo è il titolo dell’ultima fatica dell’artista barese- è un chiaro omaggio musicale al mondo della settima arte; undici brani, di cui sei sono di sua composizione, che confermano ancora una volta la cifra stilistica del pianista, già ben chiara nei precedenti “Clessidra” e “Magnolia” . È il sogno a interessare Mirko Signorile, un sogno rarefatto che vince sulla realtà e ispira la sua musica poetica e per l’appunto “trasognata”.
L’album si apre con un inizio ondeggiante (dal sapore orientale), che schiude le porte a “Ideal Point”: un brano dalle tonalità semplici e dolci, che non ha la pretesa di fissarsi nella mente, ma solo di compiacere il cuore. Stessa leggerezza per “Waves”, che nasce dalla visione del mare -come ci dice lo stesso artista- e prova a restituire in musica proprio il fluttuare delicato delle onde. Intima e a tratti risoluta è “Nice To Meet You”, come il messaggio morale del Premio Nobel per la Pace Nelson Mandela, a cui è dedicata. Più prepotenti e articolati, invece, sono i brani “Come burattini”, un omaggio al mondo del circo e delle giostre di felliniana memoria, e “For a film”, probabilmente la musica più “da cinema” tra quelle composte da Signorile. Con “Un passo dopo l’altro” e “Gli occhi della musa”, il disco si avvia verso la conclusione, mescolando blues, jazz, note più classiche e ritmi sudamericani.
Accanto a questi brani inediti, l’artista ripropone quattro colonne sonore famose, arrangiate liberamente e splendidamente: “Merry Christmas Mr. Lawrence” di Ryuichi Sakamoto, “La vita è bella” di Nicola Piovani, “I’ve seen it all” di Byork e “Comptine d’un autre ete- l’apres midi” di Yann Tiersen. Su tutti, brillano le note –reinterpretate- di Sakamoto, per la loro capacità di infondere emozione pura e di coinvolgere fino a restare intensamente nella testa.

Carmela Moretti