Finalmente. Quello che in questi ultimi anni di crisi chiedevamo a gran voce è stato osato dalla BCE di Draghi, con grandi mal di pancia dei tedeschi. 60 miliardi al mese acquistati dalla banca europea a partire da marzo p.v. sino a settembre 2016, per un totale di 1140 miliardi in titoli, inclusi bond di Stato.
Certamente si poteva fare di più sulla condivisione del rischio in caso di perdite legate ai titoli acquistati fissata al 20%, per l’80% andranno sulle spalle delle banche centrali nazionali, come la Banca d’Italia, ma comunque è un provvedimento concreto che aiuterà l’economia.
In pratica vediamo in cosa consiste la manovra voluta da Draghi:
- La BCE acquista obbligazioni, nello specifico titoli di stato, sul mercato secondario da banche, assicurazioni e altre istituzioni finanziarie.
- Questa massiccia dose di liquidità immessa sul mercato crea di fatto una maggior circolazione di moneta destinata all’economia reale.
- Come effetto diretto calano i rendimenti dei titoli e si assiste ad un deprezzamento dell’euro, soprattutto rispetto al dollaro.
- Da quest’ultimo, ne deriva l’aumento dell’inflazione (ottimale 2%) e cresce la competitività delle nostre aziende che esportano nel mondo.
- Per effetto del calo dei rendimenti si avrà un minor costo del debito dell’Italia e la possibilità di accedere più facilmente al credito per imprese e famiglie.
- Per cui avremo maggiori risorse per le misure da mettere in atto per la crescita, che determineranno una ripresa economica con effetti sulla produzione e sulla occupazione.
Siamo tutti Draghetti dunque? Sicuramente non possiamo che apprezzare l’azione del capo della BCE, osteggiato in tutti i modi dalla Bundsbank e dai giornali tedeschi.
Ma crediamo che se pur estremamente necessaria questa operazione di immissione di liquidità se non affiancata in Italia da una forte azione per favorire nuova occupazione che sostenga la spesa interna, una politica seria per un fisco equo che tuteli i soggetti più deboli e una lotta reale alla corruzione, la ripresa ci sarà ma sarà lunga negli effetti e poco stabile. E qui tocca alla politica italiana, smetterla con gli annunci e procedere spedita. Ci riusciranno?