Con Marco Giallini, Alessandro Gassman, Laura Morante, Ilaria Spada, Edoardo Pesce.
All’uscita dalle sale cinematografiche, gli spettatori sembravano divisi come allo stadio tra curva di bigotti imperterriti e curva di irremovibili miscredenti. Per alcuni, “Se Dio vuole” di Edoardo Falcone è una commedia che prova a dimostrare l’esistenza di Dio e ci riesce meglio della filosofia di Tommaso d’Aquino. Per i più increduli, invece, il regista ha voluto solo divertire il pubblico toccando un argomento cruciale, senza prefissarsi uno scopo catechetico (sapere se Edoardo Falcone va alla messa ogni domenica, però, potrebbe aiutarci a sciogliere questo dubbio inestricabile). Ma procediamo con ordine. Tommaso -nel film l’attore è Marco Giallini- è un cardiochirurgo stimato e cinico. In sala operatoria, muove gli attrezzi del mestiere con la stessa sicurezza con cui Dio plasmò l’uomo nel sesto giorno e, a furia di salvare i cuori dei suoi pazienti, ha smarrito il suo da qualche parte. A un certo punto, a frustrare le sue certezze di uomo di scienza sopraggiunge il rischio di avere un figlio prete. Già, perché non c’è cataclisma peggiore, per un borghese di successo, che avere un figlio “innamorato” dell’invisibile piuttosto che delle mani miracolose del suo stesso padre. Poi, Tommaso incontra sulla strada don Pietro, un sacerdote singolare interpretato da Alessandro Gasmann, e da questa trovata il regista sviluppa, in maniera divertente, una forma semplice di dialettica religione-scienza. Per la tematica trattata, il rischio di portare al cinema una storia già vista e basata sui soliti cliché era altissimo. Rischio che Falcone supera discretamente come un bravo slalomista, adottando due accorgimenti importanti. Innanzitutto, sembra aver capito la lezione secondo cui in una commedia è sempre meglio procedere per sottrazione. Spesso, se non si ha la pretesa di far ridere per forza, si finisce col far ridere di gusto. In secondo luogo, mette in campo una coppia azzeccata: Marco Giallini e Alessandro Gassman riescono a interpretare maschere sufficientemente comiche, sostenuti dal personaggio melodrammatico di Carla, interpretato dall’ottima Laura Morante. Per questi motivi, “Se Dio Vuole” si rivela comunque un modo piacevole per trascorrere due ore al cinema, sebbene non passerà alla storia come un film che fa scompisciare dalle risate (molto divertente è, però, la scena in cui Tommaso finge di avere una famiglia problematica, con una moglie esaurita e un cognato disabile). In fondo, in questi tempi di eccessi alla ricerca del consenso facile e dei like, avere un briciolo di equilibrio e misura non guasta mai.