Non era facile dare una chiave di lettura a un artista e a un uomo sempre sopra le righe come Giorgio Gaber e Rossana Casale l’ha fatto nell’unico modo che conosce, in chiave jazz. Un concerto raffinato con un trio di musicisti (Emiliano Begni al pianoforte, Ermanno Dodaro al contrabasso e Francesco Consaga al sassofono), eccellenti, e un interprete non sempre all’altezza (e parliamo del raggiungimento delle note alte) della fama che l’ha preceduta. Ad ogni modo uno spettacolo, dal titolo “Il Signor G e l’amore”, piacevole che il numerosissimo pubblico di Monopoli (al Teatro Verdi, evento organizzato dall’associazione Amici della Musica), ha apprezzato tributando applausi a scena aperta.
Un concept-tributo, tratto dal suo ultimo lavoro discografico, che ha come tema l’amore. O meglio la visione dell’amore di Gaber, del rapporto tra due innamorati giocato sempre tra una scelta: tra l’intensità e la leggerezza, tra la voglia d’intimità e armonia e la lotta. Illuminante una frase recitata dalla cantante durante il concerto: «L’amore sarà sempre qualcosa che vola, una farfalla che ti si posa un attimo sulla testa e ti rende tanto più ridicolo quanto maggiore è la sua bellezza».
La scelta è caduta sui testi delle canzoni scritte a quattro mani dal compianto artista milanese e Sandro Luporini, la cui esecuzione è stata alternata a monologhi sul tema, scelti personalmente dalla Casale, di autrici donne, eccezion fatta per l’intro di Borges, come la nostra Alda Merini o la poetessa polacca Wislawa Szymborska. Ecco che, una dopo l’altra, i quattro artisti sul palco regalano al pubblico versioni più morbide di alcuni brani più introspettivi come “Il desiderio”, “Quando sarò capace di amare”, “Ora che non sono più innamorato”, “Sostiene l’amore”, “Amore difficile amore” o altri più leggeri come “Il corpo stupido”, “Torpedo blu” e “Non arrossire”, che è stata eseguita nel doveroso bis.