Un uomo e una donna. Una storia d’amore lunga una vita intera, a dispetto del credo ideologico ed esistenziale. Una storia che sulla scena è raccontata dalla fine, riavvolgendo il nastro della memoria: lei, ormai morta, accompagnata dai figli nella sua ultima passeggiata, che non vede l’ora di ricongiungersi al suo amatissimo lui.
Così, attraverso una sequenza ben equilibrata di scene agrodolci, riviviamo la vita di Riccardo, appassionato uomo di lettere, sognatore, romanticone e soprattutto integerrimo, (non tradirà mai il suo essere socialista e non si separerà mai dal suo adorato garofano rosso), e di Lucia, che seppur analfabeta, è più concreta e risoluta: dal loro primo incontro, il classico colpo di fulmine, passando per il tenero corteggiamento, fino al matrimonio; quindi il problema del lavoro (lui che non cede al compromesso di “comprare” il posto di maestro e che decide di aprire una piccola profumeria per vendere i moderni detersivi), del mantenimento di ben quattro figli e della miseria che la guerra ha lasciato. Scrive tutto su un diario Riccardo. Gli scontri con Lucia tra le quattro pareti domestiche, i suoi principi morali e politici, le sue poesie. Lettere alla sua amata donna, che nonostante tutto gli rimarrà a fianco, fedele e innamorata come il primo giorno.
“Riccardo e Lucia”, scritto e diretto con mano leggera ma appassionata da Claudia Lerro, è basato sul diario scritto da suo nonno, Riccardo Lerro, poeta e attivista politico che fu confinato in Puglia durante il secondo Dopoguerra. Molto bravi Pio Stellaccio e Ivana Lotito nel far rivivere sulla scena l’immenso amore di Riccardo e Lucia, i due protagonisti di questa piccola grande storia del nostro Sud.
(Visto all’Auditorium Bianco-Manghisi di Monopoli nell’ambito della Stagione di Prosa 2017/18 curata dall’Apad)