Le parole chiave sono azione etica, morale e politica. Un sodalizio nato nel 2003 e che fa della resistenza al degrado culturale la sua bandiera. Parliamo del Presidio del Libro di Fasano, nato appunto 12 anni fa e che da allora ha avuto come suo referente la professoressa Annamaria Toma.
Tante le iniziative promosse in questi anni, dai laboratori di lettura ai flash mob, dalle “Feste dei lettori” al “Mese della memoria”, dalle maratone di lettura ai forum, oltre a innumerevoli incontri con gli scrittori, spesso in luoghi diversi dalle sedi istituzionali, come ad esempio bar, profumerie e luoghi all’aperto.
Annamaria Toma considera il “suo presidio” come «un ottimo avamposto di lettura a difesa di un bene primario, che è la cultura». E lo ha fatto, da sempre, scegliendo partners ogni volta diversi: biblioteche, scuole, librerie, associazioni, enti, club, fondazioni, case editrici, istituzioni ed esercizi commerciali, costituendo così una catena (evidenziando sempre il valore della sinergia), “portatrice sana” di una buona pratica che è appunto la lettura. Con il chiaro obiettivo di «rendere il libro un valore capace di suscitare passioni civili e far scoprire l’utilità economica e sociale del leggere». «Attraverso la promozione della lettura nel territorio – afferma la professoressa – abbiamo ampliato il bacino di lettori, trasformato lo spettatore passivo in lettore consapevole, attraverso l’azione del passaparola. Abbiamo evitato le vetrine editoriali o gli eventi mediatici, e abbiamo voluto dare spazio invece ai progetti tematici di lettura».
Finalità che hanno centrato l’obiettivo e che hanno avuto, in tutti questi anni, i giusti riconoscimenti istituzionali, dei media e del pubblico. E alla domanda su quale sia stata la ricaduta sulla crescita culturale del territorio, la referente del Presidio fasanese ci risponde che «Mancano strumenti di misurazione, manca un progetto di coinvolgimento della intera filiera de libro. Ci sarebbe bisogno assoluto di un’alleanza di tutte le figure portatrici di diverse competenze del mondo del libro per una politica della lettura nel futuro». E sull’argomento “crisi dell’editoria” la professoressa ha le idee molto chiare: «Bisognerebbe trovare fonti alternative di fruizione della lettura, investimenti e risposte ai bisogni di un target giovane, riuscire a valorizzare le risorse e le energie del territorio. Potenziare le biblioteche e le librerie, magari con corsi per librai».
E non è un caso che gran parte dei progetti vedono coinvolte le scuole, da quelle dell’infanzia agli istituti superiori, con l’attivazione dei laboratori, la gestione degli spazi e dei tempi della lettura da parte degli studenti, per ottenere una loro presenza partecipata. Perché sono loro “il nostro granaio”.