Non c’è niente da fare. La lobby che da anni pervicacemente lavora per affondare le principali istituzioni culturali del Paese non si arrende nemmeno di fronte all’evidenza dei fatti.
Il Petruzzelli di Bari è stato solo il primo di una lunga serie di crisi delle maggiori istituzioni culturali, da Sud a Nord, che sta plasticamente evidenziando il fallimento della politica culturale del Paese e di questo Governo: sia sul versante dello spettacolo dal vivo che su quello dei beni culturali e ambientali.
E come sempre succede, anziché ammettere i propri fallimenti e le proprie ottusità, si individua l’obiettivo più comodo da colpire (in questo caso la CGIL) così da sviare sapientemente l’opinione pubblica dalle vere responsabilità; insomma, la storia manzoniana della caccia all’untore ancora una volta si ripete in tutti i suoi aspetti, anche quelli più grotteschi.
Trovo davvero stupefacente che, pur di difendere chi ha massacrato il Petruzzelli, un giornalista normalmente accorto come Francesco Merlo, arrivi a sostenere che…” Le tangenti sugli appalti, la concussione e la corruzione sono la banalità del male rispetto alla vertenza seriale, al pateracchio legale delle riassunzioni….” Tradotto: il fatto che dei lavoratori si rivolgano al giudice per avere giustizia appare assai più grave delle inchieste della magistratura per fare giustizia di odiosi reati contro la cosa pubblica.
Sarebbe il caso di ricordare che le vertenze legali in oggetto sono il frutto di una sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato, giustamente, illegittima una norma di legge che prevedeva la nullità delle assunzioni qualora derivanti da comportamenti illegittimi attuati dalle Fondazioni Lirico Sinfoniche: la Corte ha così spazzato via una norma di legge voluta e redatta da qualche furbetto, travestito da fine legislatore, che ha provato una volgare e offensiva scorciatoia legislativa per nascondere le malefatte di qualcuno.
Forse sarebbe il caso che autorevoli giornalisti quanto autorevoli giornali si impegnassero di più nell’approfondimento di fatti e notizia: la superficialità, in genere non dovrebbe essere ammessa; troppa superficialità finisce per essere sospetta.