Tutto iniziò un bel giorno, quando mi soffermai su uno dei tanti post che sfilavano in parata nella home di facebook. Ho più di tremila amicizie, quindi immaginate quanta varia umanità mi passi davanti. Il post dei post in questione che catturò la mia attenzione fu la foto di un ragazzo in carrozzina elettrica dinanzi a un’opera d’arte in una galleria d’Arte di Bari, la “Formaquattro”. Ebbi subito la netta impressione che non fosse un visitatore, effettivamente lui era parte integrante quanto responsabile del reparto team leader. Gli chiesi l’amicizia, amo anch’io l’arte, e sinceramente il “personaggino” ritratto nella foto mi incuriosì alquanto. Me la concesse subito. La nostra conversazione d’esordio? Cerimoniali a parte di rito, ringraziamenti vari, “blablà blablà…” I nostri primi scambi di battute consistettero nelle avance di Mimmo alla sottoscritta, sì proprio così. (Il ragazzo va subito al sodo, questo bisogna dirlo.) Malgrado i miei infastiditi dinieghi, non lo eliminai dalle amicizie…la sua verve irriverente e divertente mi incuriosiva e mi faceva sorvolare magnanima, le sue boccaccesche proposte. Probabilmente proprio per questo aveva scelto come nick name “Il bel Suriani”. Una visita tra le sue foto mi dette conferma riguardo la spigliatezza da birbante del ragazzo, fare un giro tra i suoi selfie fu molto “istruttivo”, un centinaio circa di foto lo ritraevano nell’atto di baciare bellissime ragazze, o meglio, erano le ragazze che baciavano lui, e foto fetish immortalavano piedi nudi femminili curatissimi, garbatamente poggiati tra le sue mani, piedini che lui manipolava con sapienza come il joystick di comando della sua carrozzina elettrica. Ritornando alle nostre conversazioni in chat… Ebbene, tra un mio no, un secondo no, e un terzo no alle sue proposte, (il ragazzo è molto tenace, un vero osso duro) arrivò il mio perché no? ma cosa avete capito? No, nulla di licenzioso. Mimmo mi confidò un suo desiderio, raccontare la sua vita come in un romanzo. Gli chiesi di parlarmi un po’ di lui. Mi si aprii un mondo straordinario di vita vissuta a 360° gradi in tutta la sua pienezza, malgrado tutto. “Una vita, di quelle che non si sa mai…” come direbbe Vasco Rossi. Chi leggerà “Esci Matto” percorrerà l’esistenza di questo ragazzo di trentadue anni dalla spiccata intelligenza, come in un romanzo di avventura. Non lasciatevi condizionare dal suo stato, è vero, Mimmo ha la SMA atrofia muscolare spinale e fino all’età di quattro anni poteva ancora camminare e disegnare, ma dal momento in cui ha preso possesso della sua carrozzina elettrica, non si è perso d’animo…come quando a Lyon in Francia, in uno dei suoi tanti ricoveri, all’età di sei anni, si oppose alle angherie di un piccolo degente francese che gli sputava nel piatto, investendolo con la carrozzina nei corridoi del lussuoso nosocomio e come dice Mimmo: “Noi disabili siamo così fortunati da poter guidare prima della maturità e possiamo utilizzare questo veicolo anche in ambiti di guerriglia “ . In poche parole, questa incredibile storia vera narra la vita spericolata e sognante di un ragazzo in carrozzina, percorrendo un mirabolante viaggio che, fin dalla tenera età lo vede mattatore indiscusso nelle esperienze pestifere, dall’asilo fino l’età adulta. I viaggi rocamboleschi, e le sue molteplici storie di sesso sfrenato e anticonvenzionale, un passato da pusher, poi la laurea, il ruolo di manager in un’azienda d’arte contemporanea. E giusto per non farsi mancare nulla, l’overdose di coca e la grande storia d’amore e l’essere a capo di una grande organizzazione di eventi notturni underground, il tutto raccontato con un’autoironia edificante che stuzzica una irrefrenabile voglia di vivere. Insomma, tutta roba da vivere che “Esci matto”! Si aprirà presto una campagna di crowdfunding per finanziare la pubblicazione del romanzo; già, strano a dirsi, “Esci Matto” non ha ancora un editore.
“ESCI MATTO” di Domenico Caldaro ed Ersilia Cacace ha conquistato la vittoria al “TROISI FESTIVAL 2014” nella categoria Autori Scrittori, tenutasi dal 4 al 7 Dicembre nella città di Benevento. (Un grazie ad Antonio Parciasepe, a Cosimo De Luise, alla città di Benevento e a tutti gli organizzatori della manifestazione).