Care compagne e cari compagni,
dopo aver letto della sua morte avrei voluto scrivergli un epigramma, ma siccome non ne sono capace, emulerò gli amici di facebook che utilizzano una popolarissima sintesi tipografica: “Piero Macchi R.I.P.” (per chi non lo sapesse significa ‘riposa in pace’). Il defunto al quale ho augurato l’eterno riposo aveva 87 anni; il sig. Macchi ha fondato e diretto, dal 1957 a oggi, la Enoplastic di Bodio Lomnago, portandola al successo commerciale.Orbene, io non faccio le commemorazioni a tutti i trapassati, né tantomeno agli industriali, ma questa volta il messaggio mi è venuto dal cuore, perché il signor Piero con il proprio testamento ha lasciato 1 milione e mezzo di euro ai 280 dipendenti. Insomma come riconoscimento ai lavoratori, nel salutarli dal cielo, gli ha gonfiato l’ultima sua busta paga. Ci sono capifamiglia che hanno fatto grandi salti di gioia. Ditemi che sono un poco fesso, ma io ancora mi commuovo di fronte a una buona azione. Tutti quei soldi certamente non serviranno a salvare l’anima di Piero Macchi, perché io credo che l’anima (se esiste) è mortale, come diceva Spinoza. Quindi il ricco padrone non si è comprato l’indulgenza, sapendo che Dio ha riguardo per i poveri. Forse desiderava lasciare un buon ricordo di sé? Se questa è la ragione, Piero ha ottenuto il risultato che voleva, anche se ora non potrà leggere tutti i ringraziamenti, perché quando c’è la morte noi non ci siamo più.E ora mettiamo da parte i sentimentalismi e fissiamo un briciolo di saggezza pragmatica. Come saprete, la sociologia del lavoro ha fatto i primi passi negli anni ‘30. Elton Mayo, con un ottimo gruppo di collaboratori, fece numerosi tentativi negli stabilimenti americani per capire che cosa potesse accrescere la produttività degli operai. Fu modificata l’illuminazione, i colori, la temperatura dell’officina, il salario, il tempo di riposo, la libertà di spostamento ecc. Stranamente e incomprensibilmente ogni volta la produttività aumentava, fino a quando un teorico seppe dare la spiegazione che tutti cercavano: la produttività aumentava perché i lavoratori avevano l’impressione che ci si interessava a loro! Non voglio commentare questa verità tanto ovvia; fatelo voi stessi. L’importante è aver consapevolezza che è molto più proficuo rinunciare al ‘fordismo’ e cercare tutte le formule per legare i lavoratori alla loro impresa. Vorrei ricordare che anche a Solomeo (PG) il generosissimo Cucinelli ha creato un ambiente eccezionale. Con i profitti della sua azienda, l’imprenditore laureato in filosofia ha costruito scuole, strutture sportive e culturali e una parte non piccola degli utili (qualche milione di euro) è stata ripartita con i lavoratori. Non ditemi che sono venale. Le reti di affinità sono importanti e ogni rapporto di affinità si nutre in parte del dono. Inoltre, come ha scritto il grande Woody Allen: “Se il denaro non può dare la felicità, figuriamoci la miseria!”