di Maria Giaquinto
Muoiono gli artisti, come ogni creatura a questo mondo. La musica, quando è vera, onesta, sincera, si tramanda, invece, sopravvive alla morte dell’uomo, continua a parlarci, a raccontarci storie, a commuoverci, a emozionarci, accompagna ovunque la vita che continua, per il povero e per il ricco, per il felice come per l’infelice. In questo, la musica, non fa differenze. La musica ha preceduto persino la parola nella nostra storia evolutiva. La musica accompagna ogni momento fondamentale della nostra esistenza su questa terra, le nascite, gli amori, le cerimonie, le preghiere, il lavoro, la morte… La musica, che cura e riporta salute a uomini e animali. Per questo, credo, bisognerebbe pensare, ogni volta che un artista scompare, che senza bellezza, senza creazioni dell’ingegno e del cuore, la vita sarebbe vuota, anche possedendo immense ricchezze materiali. Gli artisti muoiono, come tutti, ma proprio per questo bisognerebbe continuare a coltivare, favorire, sostenere la creatività nelle generazioni future, fino alla fine del mondo. E la musica, in particolare, che ammansisce e consola gli animi più tormentati, la musica, che fa gioire e unisce gli esseri umani in un dialogo universale. Perché, come disse qualcuno, “senza la musica, la vita sarebbe un errore”. E, aggiungerei, un orrore