Mezz’ora di orrore televisivo

Di Dino Cassone

Di Dino Cassone

È Venerdì Santo e sono a pranzo da mia madre. In attesa che il rito si compia, mi stravacco sul divano beige, rigorosamente in pelle, e decido di rilassarmi alla tele. Tempo una frazione di secondo e il gatto rompiballe di mia madre si acciambella sulle mie gambe: per fortuna è leggero, nonostante i suoi dodici anni.

Faccio quello che in gergo si dice zapping, scorrendo gli infiniti canali del digitale terrestre. Scocca mezzogiorno quando cominciano i trenta minuti più trash della mia carriera di telespettatore.

Tutto comincia su Italia 127, quando si materializza una figura mitologica a metà tra una balena e una meringa azzurra, dall’accento palesemente emiliano. Immagino che debba trattarsi della protagonista cui si riferisce il titolo della trasmissione che campeggia in alto a sinistra del teleschermo: “L’armadio di Antonella”. Ebbene, la nostra Antonella è intenta a piazzare al suo pubblico vestiario improbabile, che in quell’armadio deve esserci rimasto dagli anni ’80, di taglie over S160. Non so cosa significhi, ma immagino sia per donnone come lei.

Cambio canale e dal 128 al 130 mi aspetta una vera e propria catena di Sant’Antonio: su Gold Tv Italia, Osvaldo Manara mi propone «un aiuto vincente!»; su La4 Italia “L’oro di Napoli”, impersonato da una brutta pupazza animata che cammina immersa in un brutto paesaggio, snocciola numeri a go-go, pur specificando che «non si garantisce nessuna vincita»; su Channel 24 Luciano&Luciana danno i numeri (altro che Sandra e Raimondo!) facendoseli dare dalla loro fantastica ospite, una santona delle cifre fortunate con tanto di guanti bianchi. Il must è la scritta che scivola a caratteri cubitali sulle loro teste: «Attenzione! Si chiede di seguire con attenzione la prossima mezz’ora perché si prevede una vincita da migliaia di euro!»; su Rete Italia, Doriana nella sua trasmissione “Il Grillo Parlante” promette sempre una vincita «Semplie (scritto proprio così, lo giuro) e Veloce!»; su Italia + “Passione Lotto” promette invece di svelare “Il segreto di Milano”; ovvero “L’ambo fortissimo” sulla ruota meneghina appunto, mentre sullo sfondo Stanlio e Ollio (che ci azzeccano come i cavoli a merenda), invitano al silenzio lo spettatore più chiacchierone; infine su Air Italia “Missione Lotto”, facendo la più spietata delle concorrenze promette dalla voce di uno che sembra Vanna Marchi diventato uomo, la rivelazione delle rivelazioni: «Milano, la poesia di tutte le nonne: un 90 che scotta davvero!». E qui, per decifrare il significato arcano, non è cosa da vocabolario ma da psicologo.

Continuo lo zapping e, voilà, l’ennesima catena, questa volta di televendite. Gioielli, materassi, quadri imbarazzanti di tale Mario Schifano, di cui il presentatore (espertone del campo, sicuro!) cerca di appioppare una crosta immonda, intitolata “Sabbia”, giurando che si tratti, testuali parole «qualcosa d’introvabile, l’opera più rimpianta che vi ho fatto comprare! Basta che la porti da Sotheby’s a Milano: fa il botto!». Che nemmeno “Nafea Faa Ipoipo” di Paul Gauguin. E ancora, l’indispensabile “Dash Cam Pro”, una videocamera da attaccare a ventosa sul parabrezza della vostra auto; oppure “Uragano”, il mocio rotante che riesce persino a pulire a fondo il cesso di una stazione di servizio, il luogo più sporco della Terra. Effettivamente addobbato con uno strato di guano di piccioni per la convincente dimostrazione. Solo 49 euro, un vero affare se si pensa che ti danno in omaggio il secchio con le rotelle e una “rotella” in omaggio. Quindi la ciliegina sulla torta: “Ti sollevo”, un utilissimo sollevatore che ti aiuta ad alzarti dal water con una promessa: «riscoprirete il piacere della vostra privacy e tornerete a fare “tutto” da soli!».

È passata mezz’ora e tanto basta a provocare la mia fame, l’odore della cipolla della focaccia di mia madre, peraltro, ha già invaso la sala. Spengo la televisione e ringrazio il cielo che alla tv di casa mia si vedono solo cinque canali. Se proprio mi devo far tentare dall’horror, meglio un film o un libro del “Re”, che non tradisce mai.

Dino Cassone