È difficile ridire a parole i sentimenti che una giovane redattrice prova dinanzi all’esempio di Martino Cassano, fondatore del “Corriere delle Puglie” nel lontano 1887.
In un periodo di grave crisi per il giornalismo nazionale, tra revisione degli iscritti e precarietà del lavoro, il giornalista e ideatore della “LB edizioni digitali”, Luigi Bramato, ci ripropone la figura del vero pioniere della stampa barese, sottraendola alla coltre di oblio cui è stata condannata per anni. Una scelta fortunata: oggi più che mai, raccontare le virtù di chi ci ha preceduti può servire a rischiarare una notte scura.
L’e-book è la forma scelta per questo lavoro. La tradizione più salda del giornalismo si coniuga con le moderne tecniche di informazione e diffusione del testo scritto, ed è come se passato e presente s’intrecciassero per guardare in un’unica direzione.
Al testo ci introduce una prefazione di Felice Giovine, che con pochi segni di penna ci dà un ritratto efficace ed edificante del personaggio: “lavoratore instancabile, passionale, determinato, innamorato del suo lavoro e impegnato nel suo ruolo, nella missione che si era prefissa di modernizzare Bari e le Puglie”. Tutte parole che restano impresse nella mente e che ci spronano a riflettere sulla straordinarietà del nostro lavoro: pensatori leali e cantastorie appassionati, in grado di incidere nelle coscienze e nelle ‘teste’ dei lettori.
Segue la parte più coinvolgente del libro, con gli articoli scritti dallo stesso Cassano e dai suoi collaboratori, per ripercorrere (benché senza apporto critico) una delle pagine più importanti del giornalismo locale. Dalla nascita de “La Settimana” nel 1885, con il chiaro intento di dare una voce alla provincia di Bari, fino alla ‘quotidianità’ del “Corriere delle Puglie”. E ancora, il passaggio di consegne a Leonardo Azzarita il 1° maggio 1921 e la morte improvvisa di Cassano, annunciata dai suoi ex colleghi con fervide attestazioni di stima.
Verità, rettitudine e indipendenza sono, conti alla mano, le espressioni che ricorrono con più frequenza negli editoriali del propulsore della stampa barese. E su queste non è necessario indugiare con inutili spiegazioni. Semplicemente, hanno il sapore di un testamento morale lasciato ai posteri e a quanti vogliono, indefessi, viaggiare lungo il sentiero arduo e affascinante del giornalismo.