LO SCONOSCIUTO CHE REGALA I SOLDI

(di Mariella Forleo)

Una bellissima favola, in tempi in cui nessuno crede più alle favole, ha come principale protagonista un benefattore seriale, che rimane nell’assoluto anonimato e che la notte regala soldi a chi ne ha bisogno. Il luogo dove si svolge l’incredibile fatto è Busto Arstizio, in provincia di Varese, dove in alcune notti buie si aggira una specie di Babbo Natale o di Befana (non conoscendone la reale identità, non sappiamo se sia uomo o donna), che infila, nella cassetta della posta di varie associazioni, assegni circolari di migliaia di euro. Le beneficiarie, fino ad oggi, sono la U.N.I.T.A.L.S.I., l’associazione che assiste e accompagna i malati a Lourdes, l’A.N.F.A.S.S., che offre assistenza ai disabili e alle loro famiglie, l’A.I.A.S., che si occupa di bambini distrofici, insieme a una comunità di recupero per tossicodipendenti e varie Onlus. I fruitori della misteriosa generosità sono disabili, minori malati di tumore, tossicodipendenti, ma anche tutti gli operatori che mettono a disposizione dei più deboli il loro tempo, impegnandosi per alleviare le loro pene e dannandosi costantemente per ottenere offerte e fondi pubblici, sempre più scarsi e che, per un po’ di tempo, potranno dedicarsi alla loro opera di volontariato con più serenità. Gli assegni circolari da dieci-quindicimila euro per volta, chiusi una busta bianca, vengono imbucati nella cassetta della posta dei prescelti in maniera assolutamente anonima e, solo una volta, sono stati accompagnati da un bigliettino di ringraziamento verso l’opera svolta dai volontari dell’UNITALSI. Quale misterioso e rarissimo animo generoso e solidale – in tempi in cui regnano sovrani valori moralmente vuoti e inconsistenti, spesso animati da una cultura dell’effimero e del superfluo- decide di donare silenziosamente e senza nessun ritorno, soprattutto d’immagine, i propri denari per sostenere i più sfortunati? Sicuramente si tratta, al di là della reale identità, di una persona splendida e generosa, che possiede una forma mentis intrisa di altruismo, supportata dal forte desiderio di contribuire fattivamente ad abbattere gli ostacoli che generano lo svantaggio e la sofferenza. Per questo, il serial- benefattore, orienta la sua lodevole azione verso gli svantaggiati e i malati gravi e, per questo, ci sembra più un personaggio fiabesco che un reale caritatevole altruista. In tempi in cui la vocazione alla solidarietà umana è diventata rarissima, perché rare sono divenute le motivazioni che la generano e perché rari sono i valori che la supportano e, ancor più rara, l’integrazione con l’umana esistenza, la storia di Mister o Miss Cheque sembra davvero una favola e diventa, con la sua inevitabile morale (ogni fiaba che si rispetti ne contiene una), un messaggio di speranza indirizzato a chi immagina ancora un futuro migliore, al quale siamo tutti chiamati a contribuire, ognuno con le proprie potenzialità umane ed economiche e in cui non possono mancare i valori della solidarietà, dell’altruismo e della generosità, per abbattere tutte le forme di disuguaglianza tra esseri umani e per dare spazio alla libertà reale e al bene comune. Perché non si è liberi nella precarietà, intesa come condizione di svantaggio, qualunque siano le sue cause e le sue origini e non si è liberi in un mondo che schiaccia i più deboli e osanna i più forti.

Mariella Forleo