È un libro che tutte le donne tormentate dal mal d’amore dovrebbero mettere nella borsa da mare, assieme all’asciugamano e allo spruzzino. Da leggere, possibilmente, quando il sole inizia pian piano a declinare e a dipingere sullo specchio dell’acqua teneri ghirigori di luce.
Già, perché è il tramonto il momento migliore della giornata per compiere un viaggio dentro di sé e provare a dare una risposta alle solite e complesse questioni amorose: “Perché mi ha lasciato?” e “Dove ho sbagliato?”
Leggero e romantico, l’ultimo romanzo del giornalista e scrittore Massimo Gramellini è un simpatico esempio di lavoro a quattro mani. Scritto in collaborazione con Chiara Gamberale, briosa scrittrice e autrice di programmi radiofonici, “Avrò cura di te” ripropone in chiave moderna tutto il fascino del genere epistolare.
La Gamberale veste i panni di Gioconda, una donna forte e fragilissima al tempo stesso, che si ritrova spiazzata dinanzi al fallimento del suo matrimonio. Gramellini è un dolcissimo angelo di nome Filemone, a cui da lassù hanno affidato la cura di Giò. Così, tra i due protagonisti ha inizio un lungo scambio di lettere, con l’unico scopo di accompagnare la donna verso una migliore conoscenza di sé.
Impetuose e istintive sono le pagine scritte dalla Gamberale, perfettamente in linea con un animo incerto e confuso come quello della protagonista. Accurata e profonda è la prosa di Gramellini, che ancora una volta si riconferma uno scrittore dalla penna delicata.
Alla fine del romanzo, Gioconda riesce a capire alcuni aspetti oscuri del suo temperamento e a riaprire il libro della sua unica storia d’amore, mentre il lettore si lascia andare a un sospiro trasognato: “Ah, se avessi anch’io un angelo con le ali, disposto a prendersi cura di me…”