“La mia ambizione? Diventare una giornalista. Fare l’inviata in un teatro di guerra. Dove? Tra le passerelle di New York, Firenze, e Milano Moda, dove si decidono le sorti del mondo!” così afferma Sonia, la giovane protagonista di un mio precedente racconto. Esagerata? Eppure la prima impressione è quella che conta, quando per esempio, ci si presenta a un colloquio di lavoro. Un politico si deve fare “assumere” da migliaia, milioni di persone, cosa indosserà non è cosa trascurabile. La sua immagine “decide” o meno la sua credibilità e può essere una sorta di “eccipiente”, utile a rendere efficace personalità e programmi elettorali e determinare così la rielezione al prossimo mandato. In poche parole, la cura dell’immagine, a volte fin troppo demonizzata, è in realtà la prima fonte di comunicazione di ognuno di noi, quanto di un presidente degli Stati Uniti D’America. Da qui si evince che, una buona impressione definisce la credibilità di un individuo, e se l’abito non fa il monaco, l’importante è far credere di essere all’altezza del compito assegnato o al quale si ambisce: per esempio, il Potere! A parlarci di moda e costume, e a introdurci in questo discorso con più nozione di causa è Luciano Lapadula, barese, che con passione ha fatto della Moda la sua professione. Luciano Lapadula è titolare con Vito Antonio Lerario, stilista, di Lerario-Lapadula, già Atelier 1900. Il Dott. Luciano Lapadula e Vito Antonio Lerario sono due giovani creativi, esperti di immagine e storici del costume impegnati nello studio, nella ricerca, nell’attività museale di rari abiti d’epoca raccolti all’interno del loro museo – archivio della moda sito nel centro di Bari. La collezione di capi vestimentari attraversa oltre 200 anni giungendo sino al contemporaneo. Di particole interesse sono gli abiti relativi all’alta sartoria italiana dal Fascismo agli anni ’60. Luciano Lapadula offre la sua attività di formazione ad Accademie specializzate in cui attualmente insegna Storia del Costume e socio antropologia. E’ costantemente impegnato in attività di studio e ricerca oltre che nella scrittura di libri dedicati alla storia del costume. L’archivio vestimentario offre spazio a mostre, corsi professionali e eventi espletati anche all’interno di grandi realtà in ambito internazionale. In ambito speculare poi, alcuni tra i circa 6000 abiti in archivio sono stati utilizzati per la realizzazione di spettacoli teatrali, film, pubblicità o video musicali di rilevanza nazionale, insieme alla consulenza stilistica dei due soci. Vito Antonio Lerario infine è stilista e modellista ed è impegnato nello studio e nella produzione di una propria omonima linea di abbigliamento. Tra le collaborazioni più significative quelle con l’Unesco, con l’Università degli Studi, con il Fai, con Palazzo Morando (Milano), l’Università Sorbonne di Parigi. In ultimo entrambi i soci sono stati convocati dal prestigioso Festival del Cinema Internazionale di Spello per tenere una conferenza che riguarderà il ruolo dell’abito nell’universo cinematografico. Sarà questa l’apertura della loro mostra chiamata “Siamo Donne”, un percorso ideato per la prossima edizione del festival che a partire dal 28 febbraio e fino al 8 marzo ripercorrerà il ruolo delle donne nella storia del cinema internazionale tramite gli abiti realizzati dai più grandi stilisti, dalla nascita del cinema a oggi. Una mostra che vuole mettere in luce le mille sfaccettature di questo delicato universo femminile, delineando i processi attraverso i quali l’abito della Star possa divenire iconograficamente rilevante al punto da trasmutarsi in un fenomeno di moda.
– Luciano, presupponendo che “tutto torna”, con il “vintage” si può affermare che questa formula è applicabile anche nella Moda?
– Nella maniera più assoluta. Come ci ha insegnato il grande semiologo Walter Benjamin il fenomeno della moda può essere definito come un ‘Tigersprung’, ossia un balzo di tigre attraverso il quale si ristabiliscono periodicamente equilibri e stili in un rimando segnico che li congiunge dal presente al passato.
LerarioLapadula – Atelier 1900 a Bari in Via Michele Garruba 27/29 tel: 080 521 7087 Il sito http://www.1900atelier.it/