Se oggi inviamo una lettera d’amore dall’Italia verso il Belgio con posta prioritaria, siamo sicuri di vederci recapitare una risposta (positiva, si spera!) in pochissimi giorni. Se poi amiamo la tecnologia e optiamo per una email, il tempo tra invio e ricezione è soltanto di qualche istante. Si perde un po’ di romanticismo, ma si guadagna in termini di efficienza.
Che cosa accadeva, invece, quando internet non esisteva, come anche i treni, gli aerei, le autostrade e così via?
Nell’antica Roma, la spedizione della posta era un affare privato. I cittadini più ricchi avevano tra i loro schiavi alcuni uomini impiegati regolarmente come tabellarii, cioè i postini di allora. Quelli più umili, invece, affidavano le missive a parenti, amici o a gente di passaggio come mercanti e viaggiatori.
Consegnare la posta nella cerchia di una città non rappresentava un problema: il postino poteva arrivare a destinazione in qualche ora e tornare a casa con la risposta entro la serata. La questione si complicava molto sulle lunghe distanze. Per percorrere la strada da Roma a Pompei si impiegavano dai 4 ai 6 giorni, a seconda che si andasse a piedi o a cavallo. Per di più, il viaggio non era mai tutto rose e fiori: si poteva essere ammazzati, cadere dal cavallo o smarrire la missiva.
E allora, pensate un po’… Se quella trasportata era una lettera d’amore, poco male. In caso di incidente o smarrimento, la donna amata non avrebbe mai saputo di essere oggetto di un invincibile desiderio.
Ma che cosa poteva accadere se la comunicazione riguardava una congiura, un intrigo di corte o la dichiarazione di una guerra? Il buon esito del viaggio poteva cambiare le sorti della Storia, motivo per cui le comunicazioni ufficiali o più importanti venivano copiate e affidate a persone diverse, riducendo così il rischio di non vederle arrivare a destinazione.
Le cose cambiano un po’ con l’imperatore Augusto, il primo a creare un servizio postale statale, chiamato cursus publicus. Il sistema si fa più regolare ed efficace, anche perché può godere di una buona infrastruttura: le strade diventano più praticabili e per di più, a circa un giorno di cammino, erano posizionate alcune stationes, che permettevano al postino di ristorarsi e cambiare cavallo. Così, i tempi di consegna della posta si riducevano di molto, ma il cursus publicus poteva essere utilizzato soltanto per comunicazioni statali e non per scopi privati.
Un’ultima differenza con i giorni nostri. Mentre noi alla vista di un postino impallidiamo, perché temiamo che stia per consegnarci una bolletta del gas o una rata di Equitalia, nell’antichità era accolto con gioia quando lo si vedeva arrivare. Gli si chiedeva di fermarsi in casa, gli si offriva da mangiare e si cercava d’instaurare con lui un rapporto di confidenza, perché era davvero un miracolo che fosse arrivato lì sano e salvo.
Poi, rifocillato a sufficienza, l’impavido avventuriero salutava tutti e ripartiva con la risposta in mano, pronto a rischiare la vita e ad affrontare mille nuove peripezie.