Premesso che i film di Amelio bisogna vederli tutti perché di livello intellettuale, morale e sociale superiore alla media, si dovrebbe evitare di far circolare gli stupidissimi e fuorvianti trailer, i quali senza nessuna ragione svelano la seconda cosa più bella di un film, cioè la fotografia (in questa ottima opera il super-direttore delle luci è Luca Bigazzi e non mio cugino Leopoldo).
‘La tenerezza’ è un film che, per tutto il tempo, fa palpitare gli animi non intorpiditi dagli sceneggiati della televisione. La storia è ambientata a Napoli, scheletro contemporaneo di una grande capitale, ma per il cinema la migliore scenografia urbana al mondo.
Gli interpreti, scelti con ottima intuizione, hanno il marchio di garanzia della resistenza e della efficacia in un film d’autore dove la cosa più importante sono i dialoghi, quindi ai personaggi sono richiesti lunghi primi piani o mezzobusti.
Renato Carpentieri alla vecchiaia è migliorato parecchio. Interpreta un personaggio socialmente meschino, ma che si riconosce intensamente meridionale nello svelare le sue contraddizioni.
Elio Germano ha la faccia spaccata dai meridiani della mente e guarnita di finezze infantili, perciò gli si perdona sempre tutto, nonostante in questo dramma non si capisce bene perché fa quel che fa.
La Ramazzotti ha gli occhi che non occultano (ancora) la luce interiore, ma forse si sta ripetendo molto nel gioco della voce occlusa; quella sua mescola di ingenuità e bellezza inizia a non funzionare più. Deve dare altre espressioni a quella faccia posposta alla bocca sporgente, altrimenti sembrerà che reciti a proprio vantaggio e non la sceglieranno più.
Gianni Amelio ha scelto un buon titolo per farsi giudicare. La tenerezza è quel sentimento che serve a raccorciare la distanza fra un padre egoista e una figlia altruista. Ma è anche quel dono che se si riceve da bambini lo si dà ai propri cari, altrimenti nemmeno la misericordia di Dio ti può salvare dalla vibrante e insensata forza del male.
Buona visione. Pochi euro di biglietto vi spianeranno il terreno verso la Dolcezza.