È il 1915. Il capocomico cav. Antonio Pezzillo giunge al Teatro Umberto I di Bitonto per mettere in scena l’opera “La figlia del castellano”, accompagnato dalle sue tre figlie. Alcuni inconvenienti mettono a serio rischio lo spettacolo, ma si cerca di salvare il guadagno. Da qui, come nella migliore tradizione della Commedia dell’Arte, si innescano una serie di lazzi e gag, pur sullo sfondo tragico della battaglia tra spagnoli e austriaci.
Grande successo di pubblico per la tragicommedia sulla Battaglia di Bitonto, dal titolo “La figlia del castellano”, portata in scena per due settimane al Teatro Duse di Bari. Si tratta dell’opera di un tale Domenico Lopez, scrittore del XIX secolo, che fu rappresentata per la prima volta il 24 maggio 1915 al Teatro Umberto I di Bitonto dalla “Pregiata Compagnia Comico Drammatica”. Una chicca scoperta dallo studioso bitontino Domenico Schiraldi, nell’ambito di una ricerca storico-filologica condotta in seno all’associazione “Accademia della Battaglia”.
Il desiderio di ridare un’anima a questo curioso ritrovamento è stato incontenibile e la città di Bitonto ne ha affidato l’adattamento a una delle più brillanti registe contemporanee, Paola Martelli, e ai suoi bravissimi attori dell’associazione culturale “A più voci”. Per accordare un testo impegnativo ai gusti del pubblico moderno, la regista si è servita dell’espediente del metateatro. Ne è derivata una messinscena piacevole ed equilibrata, esaltata dai bellissimi abiti del ‘700, che ogni anno sfilano nel corteo storico di Bitonto in occasione dell’anniversario della battaglia. Perfetto anche il registro comico degli attori sul palcoscenico, capaci di mostrare grande padronanza della scena e ottima espressività: Michele Cuonzo, Valentina Gadaleta, Tiziana Gerbino e i più giovani Cecilia Farina e Claudio Belviso.
Lo spettacolo, dunque, si rivela divertente e ricco di spunti al tempo stesso e si conclude con una piccola sorpresa, quella che nel 1915 rappresentò per il pubblico dell’Umberto I la “meraviglia delle meraviglie”. Un fonocinematografo proietta sulle pareti le immagini antiche di