Care compagne e cari compagni,
sul Teatro Petruzzelli noi della CGIL negli ultimi anni abbiamo sempre avuto ragione.
Dico meglio, per evitare accusa di vanagloria; non ci sentiamo onniscienti. A volte sbagliamo, come tutti, ma facciamo sempre del nostro meglio per capire perché. E non cerchiamo scuse se sbagliamo.
Siamo stati accusati di ‘parentopoli’, ma i signori giudici ci hanno assolto da quell’accusa ingiusta e infamante.
Sulle scelte del commissario Fuortes abbiamo sempre detto che erano frutto di un modello verticistico, consumistico e senza fondamenti per il futuro. L’ente lirico aveva bisogno di un manager che sapesse immaginare il futuro, non di un baby sitter severo e puntiglioso.
Infine, 85 lavoratori sono stati da noi difesi in una drammatica vertenza di lavoro contro la fondazione Petruzzelli e ora queste persone, private brutalmente dei loro diritti, hanno vinto il ricorso in sede giudiziale per ottenere la stabilizzazione.
Ora dobbiamo vincere una nuova battaglia.
Secondo l’ultima ragionevole pianta organica, per far funzionare decentemente il Teatro Petruzzelli ci vogliono minimo 175 dipendenti in tutti i settori tecnici, amministrativi, artistici. Attualmente sono assunte 136 persone, alle dipendenze del sovrintendente Biscardi.
Prima conclusione logica: dunque siamo molto lontani da ciò di cui ci sarebbe bisogno.
Noi della CGIL proponiamo di assumere a tempo indeterminato le 85 unità che ne hanno diritto, perché la legge ‘deve’ essere rispettata.
Cosa ci rispondono dal Ministero dei Beni culturali? Non ci sono soldi.
E come volete agire contro questa criticità, signori esperti? Facendo licenziamenti per abbassare i costi in esubero? Bella risposta, che è come dire: se vuoi risolvere il problema della fame è necessario fare la dieta.
La Cgil regionale diretta da Pino Gesmundo, la sede provinciale con a capo Gigia Bucci e tutti noi al loro fianco, ogni giorno combatte contro la piaga del precariato. Servono soluzioni più coraggiose e più utili per incamminarci verso un futuro più promettente.
È giusto che il Teatro Petruzzelli diventi competitivo, ma per esserlo non basta ridurre i costi, deve assolutamente aumentare i ricavi e per aumentare i ricavi la nostra più importante istituzione dello spettacolo ha bisogno di una squadra vincente, che garantisca un prodotto migliore, un prodotto di qualità.
I giudici hanno messo fine agli sperperi e alle ruberie; hanno ordinato che 85 persone siano reintegrate, sorvegliano che i conti siano sempre a posto. Ci sono buone premesse per un rilancio del Petruzzelli. Ora serve un sostegno ‘romano’. Affinché tutto funzioni alla perfezione, secondo i nostri studi, la Fondazione Petruzzelli deve poter disporre di 8 milioni di euro all’anno. È una somma di denaro non impossibile da trovare, se si ha buona volontà. Con un serbatoio così pieno e con 185 lavoratori motivati a dare il meglio di sé, il Teatro Petruzzelli potrà diventare uno dei teatri più importanti in Europa e noi pugliesi sapremo farcene un gran vanto.