LA ISLA MÍNIMA

di Francesco Monteleone

di Francesco Monteleone

un film di Alberto Rodríguez, con Javier Gutiérrez, Raúl Arévalo, María Varod, Spagna 2014

Questo è il migliore dei mondi possibili? No. L’istinto bestiale di non pochi esseri umani rende pericolosa, violentissima, orrida la nostra permanenza sulla terra, cioè uno dei posti più belli della galassia. Inoltre il problema più tristo è che le condotte mostruose di persone con la mente danneggiata non si riesce quasi mai a prevenirle. Voi direte: perché stiamo leggendo un incipit così ferale? La colpa (si fa per dire) è di questo ultimo gradito regalo del ‘Circuito d’Autore’ in proiezione al cinema ‘Piccolo’ di Santo Spirito, si tratta del noir firmato da Alberto Rodriguez (che non ha nemmeno la biografia su Mymovies), ambientato in un paesino vicino all’estuario paludoso del Guadalquivir.
Nel superbo sud ovest della Spagna, dove in giganteschi fiumi si pescano pesci gustosi e nelle paludi i fenicotteri rosa si esercitano al volo, c’è anche una brigata di maniaci sessuali che serialmente ‘sbiadisce’ i sogni e i corpi di ragazzine indifese. Due investigatori, già precipitati altrove a testa in giù, vengono spediti a risolvere la sparizione di una coppia di sorelle ‘facili’ che stavano progettando di trasferirsi a Malaga, dove c’è vita, lavoro, lusso e feste gitane.
Con questa iperbolica rappresentazione del conflitto tra il Bene e il Male il regista Alberto Rodríguez ha vinto 10 premi Goya, quindi fesso non è e noi vi super-consigliamo di trascorrere due ore a godervi una storia poco rivestita di stucchi cinematografici. Non ci sono scene sanguinolente, né sparatorie all’americana, né stupri diabolici. I due personaggi principali sono sagomati dai loro errori, più che dai valori: Pedro (Arévalo) è buono-buono; Juan (Gutiérrez) è cattivo-buono. Insieme stanno, si sopportano e battono l’erba fino a quando non viene fuori il serpente che cercavano. Le forze che gli si oppongono sono i gendarmi locali, l’ignoranza del popolino, un magistrato avanzato alla dittatura del generale Franco (il film è datato 1980 d.c.) Belli i costumi, le scene, le facce scelte per comparire senza recitare. Alcune inquadrature verticali sono fantastiche.  Pedro ha una fidanzata invisibile e rompiscatole che, simile alla Livia del primo Montalbano, non capisce l’importanza delle indagini.
Per un ottimo thriller scritto con intelligenza cediamo volentieri il nostro tempo libero e molto ci divertiamo a seguire gli indizi, dato che solamente il finale è prevedibile. In fondo in fondo, rimettendoci il cappotto, si fa avanti la conferma che ragionando-ragionando si svelano tante storie maledette; un criminale (soprattutto il serial-killer) non ha mai la mente lucida e sempre commette errori grossolani che ci indicano dov’è la verità nascosta.

Francesco Monteleone