Siamo consapevoli che la materia può apparire insignificante ma vanno prese in considerazione le molteplici distinte figure professionali del mondo coreutico, danzatori classici, contemporanei, moderni, jazz televisivi, performer, danza araba, hip hop, danze popolari ( vedi taranta, pizzica ecc. ecc. ), maestri ripetitori, docenti di danza terapia, assistenti, coreografi. In una regione che vanta in un censimento europeo circa 350 scuole di danza e una ventina di compagnie professionali, compagnie realmente costituite e che svolgono attività differenti e con tipologie diverse, alcune vantano una storicità che non andrebbe svilita. Le attuali politiche regionali comunali e provinciali hanno mantenuto il classico sostegno a pioggia salvo solo in rari casi. Tutto il mondo della danza sviluppa un indotto notevole, fatto di aziende tessili, di calzature, laboratori di sartoria e di una serie impressionante di collaborazioni che danno lavoro a migliaia di persone in puglia, Questo, però non con le stesse pari opportunità degli altri lavoratori, deboli anche con il contratto nazionale fermo da decenni, senza cassa malattia, non abbiamo la tutela della disoccupazione, della cassa integrazione, visto che le aziende o meglio le compagnie al contrario di altri paesi, sognano la stabilita e ancora di più da paese del terzo mondo, la maternità per le danzatrici ci è stata abolita. Siamo annichiliti dall’indifferenza politica e dai ritardi amministrati, questo se prima non si è stati boicottati nei finanziamenti , basti pensare che i finanziamenti per l’anno 2012/13 abbia per la musica ricevuto 3.250.000€, al teatro 750.000€ e la danza 195.000€ solo questa sperequazione lascia intendere la volontà della sola Regione nei confronti della danza. Il Comune di Bari non ha un Assessore alla cultura da ormai cinque anni, la Provincia fa uso personalistico dei fondi destinati allo spettacolo, come del resto tutti gli altri assessorati, dimenticando che sono soldi di tutti i contribuenti. Ma la vera formazione dei ragazzi e dei bambini, l’educazione comportamentale e il rigore posturale, nasce con amorevole e quotidiana cura , nelle scuole di danza, lo slancio professionale il primo vero trampolino lo si ha nelle compagnie regionali. Resta vana e il lottare per il futuro di un artista sia giovane che affermato, resta un muro di gomma insormontabile per chiunque, la meritocrazia lascia spazio a altre forme poco chiare o personalistiche. Una volontà a lasciare tutto abbandonato alle spalle deboli degli artisti, milioni di euro che avrebbero potuto dare lavoro e prospettive future sono stati spesi in progetti fumosi che sul territorio non hanno lasciato niente , non hanno arricchito artisticamente e materialmente nessuno. Anzi a gestire il nostro settore è stato affidato a persone che con la danza non hanno nessuna certificata esperienza professionale, in altre parole la danza non la si può solo vedere nei teatri per capirne i fondamenti, ma va praticata con serietà e con i maestri giusti, bisogna conoscerne la storia e la sua evoluzione e non lasciarsi esaltare dalle mode che hanno come sempre lo svantaggio di passare. Bisogna intuire le potenzialità di settore valutarne il potenziale artistico e economico, e finanziare i progetti duraturi, vederne i risultati con occhio neutrale .
Insomma una società non è una società democratica se non ha come arma contro la violenza la spada della cultura a tutti livelli e i teatri come barriere contro il dilagare della mediocrità e volgarità imperante.
La mia speranza oramai vana è quella di avere pari opportunità e pari visibilità. Ma so già in partenza di perdere una guerra mai iniziata da me, il nemico è aggressivo e indifferente.
Domenico Iannone