Jimmy’s Hall – Una storia d’amore e libertà

di Francesco Monteleone

 

Un film (splendido) di Ken Loach, Gran Bretagna, Irlanda, Francia 2014.

I preti e i padroni iniettano lo stesso veleno al popolo, ha ragione Ken ‘il rosso’. Quel veleno è un miscuglio di menzogna, avidità e potere che procura sofferenze fisiche e morali in ogni società, in ogni parte del mondo. E noi socialisti utopisti dobbiamo rassegnarci, se non riusciamo a ribellarci per colpa dell’ignoranza politica e della superstizione religiosa.
Quanto è bravo Ken Loach a raccontare le storie degli sconfitti, degli antieroi, delle persone semplici che vogliono una vita migliore, spinti dall’amore. Il regista inglese è nel cinema il più grande angelo custode della Libertà, non si è mai voltato in un’altra direzione. Grazie, vecchio Kean, sei un grande maestro morale, oltre che un artista puro; i tuoi film assomigliano alle pagine scritte dagli evangelisti di Gesù cristo.
La storia (vera) di Jimmy Gralton non era stata scritta in nessun libro di storia; fu la bruciante sconfitta di un gruppo di contadini che si erano opposti alla invasione dei poteri forti. Ora è stata innalzata a leggenda dal genio cinematografico di Loach e rimarrà un incancellabile esempio della stupidità umana. È il 1921: i paesaggi dell’Irlanda sono rimasti cuciti al cielo che esso ha vomitato una violentissima guerra civile. In un capannone recuperato dal disfacimento un gruppo di adulti si impegna a insegnare ai giovani tutto ciò che rende il tempo libero più fruttuoso: tecniche sportive, balli, giochi, letture, mestieri; questo altruismo cristiano genera la stomachevole repulsione di un prete cattolico che vibra colpi durissimi al gruppo guidato da Jimmy Gralton, sfruttando anche la complicità di fascisti esaltati. Il film è tutto qui. I proletari irlandesi devono comportarsi da sudditi, né hanno il diritto di cambiare la loro vita squallida e monotona. Durante tutto il tempo della proiezione viene voglia di buttarsi dentro la pellicola, per strappar la bocca ai personaggi che usano la cultura come fondamento delle differenze. La sceneggiatura di questo film è stata scritta con inchiostro rosso e ispirazione poetica. Gli attori hanno facce pittoriche. Ken ha conseguito lo scopo ideale, suo e nostro: il Potere è una malattia, l’amore è nella mente del creatore, ma non siamo certi che Dio esista. Noi semplicemente speriamo che nascano altri centomila Jimmy Gralton.

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Francesco Monteleone