Quella “Belle Americaine” che fu musa ispiratrice dell’Art Nouveau a Parigi, che fu modella per artisti ‘mostruosi’ come Yeats, Rodin, James Whistler, Toulouse-Latrec ecc., che morì di cancro per le sostanze radioattive usate nei sui spettacoli d’avanguardia, in realtà fu una ballerina non classica che rese così meraviglioso il genere inglese della Skirt Dance da sbancare le Folies Bergere, agli inizi del 900.
Si chiamava Loïe Fuller, si rovinò totalmente la vista per sperimentare nuove coreografie, fu dichiaratamente omosessuale e soprattutto dimostrò un genio creativo che nella storia del teatro è indimenticabile.
Il film che ricostruisce, in maniera romantica, la sua vita è l’opera prima di una regista (Stéphanie Di Giusto) che ha saputo rendere, corretto, mirabile e spettacolare un piccolo recupero di coscienza storica e artistica.
Ben vengano i film biografici. Tante figure che hanno cambiato il corso dell’arte sono scomparse nella reminiscenza degli studi liceali e solo il cinema di qualità può raccontare gli scontri, le gioie, le sofferenze di figure umane che hanno saputo vincere su tutto e su tutti. La Loie è interpretata da Soko, una cantattrice diventata famosa per un video diventato virale. La protagonista, di origine francese, interpreta molto bene la Fuller che nacque in America e venne a danzare in Europa. Soko assomiglia molto di più fisicamente alla mitica ballerina Isadora Duncan, che è il secondo affascinante personaggio femminile di questo film.
Cosa legò (o slegò) due donne tanto eccentriche, straordinarie, mai prigioniere dell’ambiguità, lo scoprirete con grande godimento in platea; assisterete a una elegante narrazione per immagini, a una rappresentazione dell’amore nelle sue forme più diverse, a un insegnamento morale necessario per chi vuole primeggiare nel mondo dello spettacolo.
Dopodicché vi avvisiamo: la prima scena di danza sulle note di Vivaldi è una celebrazione della bellezza tanto forte che per non rimanere in balia dell’ignoranza, non la dimenticherete più. E tornati a casa aprirete subito wikipedia per saperne altro ancora.
La figlia di Johnny Depp, Lily Rose Depp interpreta Isadore Duncan (alla quale non assomiglia per niente, nemmeno nella danza) ma sappiamo che ha studiato per emularla e questo è un buon segno.
Le due ragazze, Loïe e Isadore, furono avversarie nel perseguire il successo, ma rinnovarono e riformarono l’arte della danza. La Fuller con la sua famose serpentine, la Duncan con l’invenzione delle coreografie d’avanguardia assoluta.
Le due donne, con forza e libertà, seppero andare molto avanti nell’arte, ma anche il Male esercitò una pressione notevole nel loro destino. Nel film non vedrete l’ultima parte della loro vita ed è meglio così. La sera è piacevole sognare a occhi aperti davanti a un film coinvolgente, per poi continuare a sognare in privato, a occhi chiusi.