I fasti e la magia di Versailles alla corte di Luigi XVI, il Delfino di Francia, rivivono grazie a uno spettacolo dal titolo “Serata con Maria Antonietta” che vede protagonista una delle donne più affascinanti del XVIII secolo, icona di stile e bellezza, celebre per i suoi abiti e per le sue acconciature (creò uno stile tutto suo, denominato “Moyenne”). Lo spettacolo, da un’idea – nata per caso – del fasanese Gianni Lacialamella, creativo maestro d’arte in decorazione e restauro in collaborazione con il mezzosoprano barese Idilia Annese e alla musicista Giuliana Zito, si è trasformato in un fortunato format, che ha da subito trovato riscontro nel pubblico tanto da essere esportato oltre che in molti dei più bei palazzi storici di Puglia – noi abbiamo assistito all’esibizione all’interno dell’affascinante Palazzo Palmieri di Monopoli –, anche nella suggestiva cornice della Casina Vanvitelliana e prossimamente alla superba Reggia di Caserta.
Un cast nutrito, tra musicisti e attori, dal quartetto d’archi “Notae ad Animam” formato da Rosa Lisi, Annamaria Pignatelli, Cecilia Santostasi e Giuliana Zito. Quindi la cantante Idilia Annese nel ruolo di Maria Antonietta (interpretata anche da Maria Rosaria Buongiorno, durante i drammatici momenti nell’anticamera della ghigliottina, la Conciergerie); lo stesso Gianni Lacialamella nel ruolo di Gran Cerimoniere e narratore; Tonia Argento nei panni di Jeanne Valois, contessa de La Motte (sì, proprio colei che coinvolse la regina nel celebre “affare della collana”); Oronzo Bagorda in quelli dell’adorato conte svedese Axel de Fersen e Filomena Decantis che interpreta la tremenda rivale, contessa Du Barry. A completare il cast, Massimo Marseglia e Vittoria Tarì rispettivamente reteau e rètaux de villette, Rossella De Mola e Iole Zaccaria nel ruolo di due bergere.
Lo spettacolo è godibilissimo, grazie ad un’accurata ricostruzione dei costumi, delle musiche (tra cui un paio di composizioni scritte dalla stessa regina) e della narrazione, ricca di aneddoti per la maggior parte sconosciuti ai più che restituiscono un’immagine di Maria Antonietta più donna e madre di famiglia che scellerata sperperatrice delle fortune reali.