(di Carmela Moretti)
Per Alessandro Intini, un dinamico imprenditore bitontino, tutto può essere pensato e gestito come un’azienda. Anche un giornale e, addirittura, una città.
Per questo, un anno fa ha accolto la sfida di rilevare una testata storica di Bitonto, nella quale far convogliare tutta l’esperienza maturata nell’impresa di famiglia come amministratore. E ora il giornale -nella duplice versione di sito e cartaceo- è diventato in pochi mesi uno dei più seguiti della città, con una media di 100.000 lettori al mese.
Ma le sfide non finiscono qui. Il prossimo obiettivo dell’editore è garantire ai giovani giornalisti un compenso più congruo al loro impegno, perché “non esistono lavoratori di serie A e lavoratori di serie B”.
Come le è venuto in mente di fare l’editore in un periodo così nero per il giornalismo italiano?
Se potessi tornare indietro non acquisterei, perché il 2014 mi spaventa. Secondo me la crisi non è finita e quest’anno sarà più nero di quello passato, dal momento che sto vedendo molte attività chiudere. Ho acquistato il DaBitonto un anno fa per passione, con una previsione di due anni in perdita, due anni a zero e poi la ripresa. In realtà, i risultati sono stati migliori del previsto, sia in termini di qualità del giornale che per numero di lettori. E ora non mollerò, nemmeno se andassimo in perdita. Non è mia abitudine tirarmi indietro quando un progetto è stato avviato.
Dunque, si è pentito della sua scelta?
Assolutamente no. Anzi, per me è un orgoglio avere questo giornale. Non c’è un guadagno economico, ma la soddisfazione è morale e io mi sento ripagato.
Quali sono le difficoltà che incontra quotidianamente?
È difficile trovare inserzionisti pubblicitari, le imprese si rifiutano di darmi persino un contributo di dieci euro. E questo non perché ci sia la crisi, ma perché non si capisce ancora l’importanza della pubblicità come valore aggiunto. Quindi, spesso faccio scambio merce. Per esempio, la pubblicità di una pizzeria in cambio di pizze.
In questo primo anno ha ricevuto più critiche o complimenti?
Ho ricevuto critiche da alcune autorità politiche, perché volevano che dettassi una linea editoriale al giornale. Ma io non ho acquistato il DaBitonto per motivazioni politiche e, quindi, mi sono rifiutato di farlo. Invece, i due direttori – sia quello del giornale telematico sia quello del cartaceo- ricevono molti apprezzamenti per il lavoro che fanno i nostri ragazzi ogni giorno.
Ci dia qualche numero. Quanti lettori per il telematico e quanti per il cartaceo?
Il DaBitonto telematico ha una media di 100.000 utenti al mese. E il cartaceo ha una copertura a tappeto nella città e, ora, anche nelle due frazioni.
C’è qualcosa che vorrebbe dire a suoi giornalisti?
Vorrei dire che sono soddisfatto del loro lavoro e che per me è un privilegio far parte di questa famiglia.
I suoi progetti per il futuro…
Innanzitutto, mi auguro di trovare più giovani che abbiano uno spirito imprenditoriale come me e che mi diano una mano a pubblicizzare il giornale. Per quanto riguarda i miei ragazzi, invece, vorrei riuscire a garantire loro un compenso congruo al loro impegno. Spesso mi trovo in una situazione imbarazzante perché nella mia azienda pago i dipendenti regolarmente a fine mese, mentre nel giornale il sistema ci porta ancora a sopravvivere. Ma spero di arrivare a rispettare totalmente anche i diritti dei giornalisti.