La sala riunioni piena, con lavoratori che non avevano posto per sedersi, è la dimostrazione evidente che il tema della privatizzazione di Poste è molto sentito dai lavoratori e dà ragione alla nostra id sindacato che vogliamo impostare in Poste: un sindacato che sia tale, che affronti gli enormi problemi dei lavoratori che abbandoni la logica clientelare, rivendicando così la nostra diversità da chi ne ha fatto quasi ragione di esistere.
Il tema della privatizzazione di Poste coniuga come emerso dalla riunione di ieri problematiche di natura strettamente sindacale con altre legate alle esigenze della collettività: è stato quindi importante mettere insieme tutti i livelli della categoria che hanno interagito con la confederazione territoriale nel tentativo appunto di affermare quel principio scritto sopra.
La relazione della segretaria Paola Palumbo ha sottolineato i vari passaggi che si sono succeduti dal ’96 ad oggi in relazione al processo di privatizzazione ed alle ricadute che questo può avere su aziende e lavoratori: diversi spunti sono stati quindi offerti alla discussione che si è sviluppata, anche grazie alla relazione tra il contesto generale e quello più prettamente tarantino.
Il segretario della CGIL di Taranto Giuseppe Massafra ha ribadito l’importanza di affrontare complessivamente il, tema di Poste italiane anche alla luce di problemi che si sono registrati nel territorio durante l’estate in merito alla mancata corrispondenza della post in diverse aree: ha ribadito inoltre come le ventilate ipotesi di modifica del mercato del lavoro avanzate dal Governo in merito a tutele demansionamento e controllo a distanza possono avere un impatto negativo anche per i lavoratori di Poste italiane, per cui si rende necessario una forte collaborazione tra categoria e confederazione.
Il segretario generale della SLC TARANTO Andrea Lumino ha evidenziato i punti di contatto tra il processo di privatizzazione di Poste e quello di Telecom, invitando a porre attenzione al tema della regolamentazione degli appalti, così come sta avvenendo nel settore del call center, a seguito della liberalizzazione del servizio; ha peraltro sottolineato la volontà della categoria provincie di impostare un rapporto con l’azienda nel merito dei problemi dei lavoratori abbandonando logiche clientelari che offendono la dignità del concetto di lavoratore.
Nicola Di Ceglie, segretario generale della Slc Puglia, ha fatto un quadro regionale della situazione di Poste, contestualizzazione all’interno di questa la situazione tarantina; anche lui ha ribadito la responsabilità dell’organizzazione di affrontare in maniera matura tutta la questione della privatizzazione.
Nelle conclusioni Cinzia Maiolini segretaria nazionale SLC Poste ha illustrato quali saranno i prossimi passi nella relazione tra sindacato e azienda nella persona dell’amministratore delegato Caio affermando la necessità che il sindacato abbia un approccio leale nei confronti dei lavoratori non piegandolo ad esigenze di bottega.
Diversi sono stati i punti toccati, dall’idea di servizi universali, alla questione del riorganizzazione e esuberi paventato rispetto al piano di impresa, la responsabilità di chi è venuto meno all’importazione del contratto di settore avallato quello di gruppo.
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