Il Sintomo, romanzo noir di Francesco Fiorentino e Carlo Mastelloni

(di Carmela Moretti)

Siamo nella Napoli post terremoto (1983). Nei Quartieri Spagnoli, la famiglia camorrista che detiene il potere viene colpita da due stragi. Ha inizio un’inchiesta, che va a scandagliare il mondo della classe dirigente, delle confraternite religiose, dell’usura e della prostituzione; a investigare, lungo tre direttrici diverse, sono il vecchio questore Ruoppolo, il giovane notaio Spoto e  il viceprefetto Dominicis.
È questa la vicenda che sviluppa il romanzo di Francesco Fiorentino, docente  di Letteratura Francese presso l’Università di Bari, e Carlo Mastelloni, Procuratore capo della Repubblica a Trieste, entrambi napoletani d’origine. Un noir che ha come vera protagonista la città partenopea, di cui viene restituita un’immagine misteriosa e sfuggente come un prezioso ricamo d’altri tempi: da un lato, la bellezza delle chiese, delle viuzze, dei colori e dei sapori; dall’altro, un groviglio di crisi, corruzione e criminalità. La lettura è piacevole e consigliata a tutti coloro che ricercano al tempo stesso suspense e raffinatezza dello stile.

Professor Fiorentino, descriva con due aggettivi l’amico e coautore Mastelloni

Scomodo, imprevedibile.

Dopo Il filo del male, quando avete capito che i tempi erano maturi per un nuovo lavoro?

Giusto il tempo necessario a scordarsi quanto avevamo litigato per il primo romanzo.

Qual è il più bel noir che abbia mai letto?

I Fratelli Karamazov.

In quale momento della giornata preferisce dedicarsi alla scrittura?

Di sera.

La prima persona a cui ha regalato Il sintomo, per averne un giudizio.

Mia moglie.

Balzac nei suoi romanzi descrive Parigi come “un paese molto ospitale, in cui soprattutto il delitto e l’infamia godono diritto d’asilo”. Non è molto diversa dalla vostra Napoli, dunque.

Né dalla Los Angeles di Chandler o di Ellroy, le metropoli romanzesche sono quasi sempre così.

Il personaggio che ha pensato e costruito con più gusto.

Il questore Ruoppolo, perché è comico, tragico, miserabile ed eroico.

C’è stato un aspetto della narrazione o dello stile che ha visto lei e Mastelloni in disaccordo?

Tanti. Lui è per il dialogo e gli aggettivi, io sono contro il dialogo.

Se dovesse consigliare questo libro a un politico italiano, chi sceglierebbe?

Non è roba per politici.

Possiamo sperare di vedere Il sintomo sul grande schermo?

Solo a patto che il regista sia Scorsese, ‘Ruoppolo’ De Vito, ‘Dominicis’ Di Caprio e ‘Spoto’ Ryan Goslin. Una produzione multimilionaria.

Carmela Moretti