Il fumettista Domenico Sicolo e l’Hamelin Cartoon Studio

di Carmela Moretti

di Carmela Moretti

“Il talento è uno degli aspetti. Serve la voglia di lavorare anche sotto pressione, la capacità di mettersi in un’ottica da operaio e rispettare le scadenze”. Con queste parole, il bitontino Domenico Sicolo parla della sua attività di fumettista, frutto di anni di sacrifici e compromessi. Si è avventurato nell’arte del fumetto a 16 anni, quando la sua città (o meglio la Puglia in genere) non era ancora pronta a rispondere con esaustività ai suoi progetti. Ma la tenacia e la passione, per fortuna, ripagano sempre. Oggi, Domenico gestisce a Bitonto l’Hamelin Cartoon Studio, un’accademia interamente dedicata allo studio e alla divulgazione del fumetto, e con Gianna Lomangino porta avanti il “sogno” della libreria Hamelin, una realtà specializzata per bambini e ragazzi da 0 a 16 anni.

Domenico, aiutaci a sciogliere un dubbio. Qual è la patria del fumetto?

Gli americani ne rivendicano la paternità con “Yellow Kid”, il bimbo nato dalla fantasia di Richard Felton Outcault. È stato il primo fenomeno di massa, con un appuntamento domenicale all’interno di un quotidiano. Ma se vogliamo essere più precisi, il precursore del genere è stato lo svizzero Rodolphe Töpffer, molti anni prima. Ma anche il Belgio ha una tradizione molto solida. I manga, invece, arrivano dopo. Come vedi, è difficile sancire la nascita di un genere, perché c’è sempre qualcosa che richiama o si ricollega a qualcosa che è avvenuto prima.

Quando hai comunicato ai tuoi genitori di voler diventare un fumettista, come hanno reagito? Sei stato sostenuto nella tua decisione?

Quando sei un bambino che sa disegnare molto bene, di solito i genitori sono i primi a stimolarti e a invitarti a mettere in mostra il tuo talento. Così è stato per me. Poi, ho cominciato a capire di poter fare questa attività per davvero e a me è successo molto presto, già dai primi anni del liceo. A quel tempo, a Bitonto c’era l’esplosione del tessile e dei laboratori, che erano abbastanza “affamati” di immagini originali, senza diritti d’autore, per pigiami, tute e altro. Ho iniziato a lavorare per qualche studio grafico, che forniva disegni per queste piccole aziende, e la paghetta settimanale cominciava ad arrivare. Quindi la passione c’era, le capacità si affinavano e cominciava ad esserci anche un ritorno economico. Poi, negli anni dell’università, ho conosciuto associazioni specifiche sul fumetto e ho cominciato a seguire i loro eventi e incontri.

Il fumetto o il fumettista che ha segnato la tua vita…

È facile rispondere a questa domanda quando si ha uno stile ben definito. Io, per la mia crescita poliedrica e per l’esigenza di dover fare quello che si trovava, ho sempre avuto tantissime ispirazioni. Certo, probabilmente faccio parte di quella generazione che negli anni ’70 e ‘80 si è appassionata al fumetto americano e, quindi, all’iper-realistico, ai disegni fatti bene. Per esempio, Romita che disegnava l’Uomo Ragno e tutti i padri di quella che è stata definita la Silver Age del fumetto.

In quest’attività, si lavora in team?

Per grandissima parte degli anni ‘80 e metà ’90, il fumetto giapponese era personale. Il mangaka era colui che inventava la storia, disegnava e faceva tutto da sé. Così nascono Candy Candy, Mazinga, Ken il guerriero. Cioè, i giapponesi hanno sempre impostato questo tipo di creatività in maniera personale. Per gli americani, invece, il fumetto è nato in un’ottica più industriale. C’è sempre stato l’editore, l’autore della storia, il disegnatore e anche il disegno era impostato a catena di montaggio. Questa è la modalità che ha finito per imporsi, adesso è così anche per i manga.

Qual è la tua opinione delle vignette satiriche?

Credo che ci sia un limite oltre il quale non si dovrebbe andare. Questo, ovviamente, ha poco a che fare con la reazione, che se è violenta va comunque condannata. Ma la libertà va esercitata sempre nel confine del rispetto. Nessuno per legge mi vieta di offendere l’altro, eppure c’è una relazione tra le persone che si basa sul rispetto reciproco. Quindi, chiarissima la condanna di alcuni gesti efferati a cui abbiamo assistito di recente, ma alcuni comportamenti andrebbero rivisti.

Come guardi al tuo futuro?

Sono ottimista, perché non ho mai avuto il proposito di fare il passo più lungo della gamba. Siamo una piccola realtà sulla formazione e ci sforziamo ogni giorno di far bene quello che sappiamo fare e che vogliamo fare. E i risultati ci sono. Ora inizieremo a collaborare anche con “Grafite”, una scuola di Grafica e Fumetto a livello regionale, con sede a Taranto.

Pagina facebook: Hamelin Cartoon Studio

Sito Internet: www.domenicosicolo.it

Carmela Moretti