Il decreto in uscita contiene modifiche importanti al precedente “Cura Italia”, frutto di un intenso confronto sui tavoli di crisi e di una settimana di lavoro parlamentare.
Come avrete potuto vedere dalle dirette dal Parlamento, larghe parti degli schieramenti politici che sostengono il governo hanno fatte proprie le problematiche portate sul tavolo di confronto con il Mibact dai sindacati e dalle altre organizzazioni ammesse.
Il risultato è stato molto importante: il Governo ha riconosciuto la importanza strategica del settore cultura e spettacolo, come settore produttivo, oltre che come custode di un patrimonio culturale dai fondamentali risvolti sociali, un riconoscimento ufficiale di eccezionale portata.
Da qui, la necessità di apportare modifiche importanti al precedente decreto, al fine di poter coprire tutti i soggetti, artisti e tecnici, esclusi dalla precedente norma a causa delle atipicità del loro lavoro e delle distorsioni create da una normativa nazionale carente e obsoleta.
Per quanto riguarda le misure che ricadono, direttamente o indirettamente, su chi lavora nel settore spettacolo, in attesa della pubblicazione del testo definitivo, queste le principali novità che dovrebbero essere contenute nel decreto, insieme a numerosi altri interventi che occorrerà esaminare nel dettaglio dopo la pubblicazione definitiva:
• per gli iscritti al Fondo pensioni Lavoratori dello spettacolo, abbassamento della soglia di giornate lavorative coperte da contributo previdenziale, nel 2019, da 30 (precedente decreto) a 7, ai fini dell’ottenimento della indennità per i mesi di aprile e maggio;
• rinnovo indennità per i liberi professionisti titolari di partita iva e iscritti alla gestione separata, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, con modifiche correlate a comprovata riduzione del reddito;
• inclusione nell’indennità, dei lavoratori autonomi, privi di partita IVA, non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, che siano stati titolari di contratti autonomi occasionali, nel 2019, e iscritti alla gestione separata;
• inclusione nell’indennità, dei lavoratori con contratto di lavoro intermittente con almeno 30 giornate lavorative nel 2019, precedentemente esclusi (rientrano in questa casistica i lavoratori dello spettacolo che sono iscritti alle cooperative, attraverso le quali ottengono servizi come la agibilità enpals);
• reddito di emergenza, per i nuclei familiari con reddito non superiore a 35.000 euro;
• modifiche all’accesso al reddito di cittadinanza.
Il riconoscimento da parte del Governo delle atipicità, caratteristiche dei mestieri correlati allo spettacolo e della necessità di intervenire sull’intero sistema normativo attuale, inadatto a riconoscerle ed affrontarle, apre le porte al passo successivo e fondamentale, che chiediamo da anni: la riforma delle leggi in vigore e la introduzione di normative costruite ad hoc.
L’iter è già stato avviato, innanzitutto con il lavoro sui decreti attuativi del Codice dello Spettacolo, bloccato per oltre un anno dal precedente governo e ripresentati subito prima dell’apertura dello stato di crisi sanitaria.
Tutto questo scenario rappresenta una grande vittoria, innanzitutto per SLC CGIL, che si batte da oltre 20 anni per la modifica dell’intero scenario del lavoro nello spettacolo, e anche per tutte le altre organizzazioni presenti ai tavoli di confronto, a dimostrazione di quanto si possa guadagnare attraverso un lavoro coordinato ed il più possibile unitario e preciso nelle analisi e nelle proposte.
Coordinamento Regionale Cultura e Spettacolo
SLC CGIL Puglia