Siamo convinti con assoluta certezza che se fosse capitato qui in Italia ciò di cui tratta questo film, le cose sarebbero andate in maniera diversa. Peggiore, chiaramente. Avremmo assistito, se mai la notizia fosse trapelata, all’ennesimo delitto senza castigo. Perché non c’è solo del marcio in Danimarca, ma anche in Vaticano.
Parliamo della nuova pellicola firmata da Thomas McCarthy, dal titolo “Il caso Spotlight”, in corsa agli imminenti Oscar in ben sei categorie (Miglior Film, Mark Ruffalo come Miglior attore non protagonista, Rachel McAdams come Miglior attrice non protagonista, Miglior regia, Miglior montaggio e Miglior sceneggiatura originale), uscito nelle sale italiane due settimane fa. Un film da non perdere, intenso, senza velleità artistiche per quanto riguarda gli aspetti tecnici, ma basato sulla storia, sulla sceneggiatura e sulla recitazione credibile del cast.
Ispirato a un episodio vero, si racconta di un’indagine svolta nel 2002 da un manipolo di giornalisti-eroi (Spotlight, appunto), del Boston Globe, su una serie di molestie sessuali da parte di alcuni (che poi diventeranno tanti) preti, tutti assoldati nell’arcidiocesi della città di Boston. Molestie sistematicamente insabbiate. Tutto grazie all’impulso che il neodirettore del giornale, Marty Baron (Liev Schreiber), vuol dare a tutto il suo staff. L’inchiesta, che peraltro era stata condotta già venti anni prima, ma in maniera superficiale, diventa una vera bomba a orologeria, che vede coinvolti non uno ma 159 preti accusati di pedofilia ed eminenze accusate di aver coperto, per il timore di una diffamazione mediatica, lo scempio.
A uno a uno lo staff del “faro” (che comprende oltre ai due nominati, anche il redivivo Michael Keaton, che interpreta il capo, John Lattery e Brian d’Arcy James), raccoglie le testimonianze delle vittime degli abusi sessuali, o almeno di chi è ancora in vita, poiché molti preferirono il suicidio al peso insopportabile della vergogna e della violenza. Significativa la frase di uno di loro: «Quando sei un bambino povero di una famiglia povera e un prete s’interessa a te è una gran cosa. Come puoi dire no a Dio?».
Il “Massachusetts Catholic sex abuse scandal”, questo il nome in originale dell’inchiesta, permise ai giornalisti di Spotlight di vincere nel 2003 il premio Pulitzer per il servizio pubblico, grazie a più di 600 articoli scritti. L’effetto di questo immenso polverone fu la dimissione dell’arcivescovo di Boston Bernard Francis Law, avvenuta nel 1984, e il pagamento da parte della sua arcidiocesi di circa 85 milioni di dollari come risarcimento alle vittime.