Un riconoscimento che, se ottenuto, darebbe ulteriore prestigio ad una porzione della nostra bella Puglia. È di questi giorni la notizia che la piana degli ulivi secolari e millenari, presente tra i territori dei comuni di Fasano, Ostuni e Carovigno, verrà candidata a diventare “Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco”.
La spinta è stata data, in maniera forte ed incisiva, dal ex ministro dell’Agricoltura, nonché europarlamentare, Paolo De Castro, durante un seminario organizzato ad Ostuni presso l’aula magna dell’istituto tecnico agrario “Monnet-Pantanelli”. Secondo l’esponente del Pd: «La piana degli uliveti monumentali e millenari risponde ai postulati alla base della candidatura a patrimonio Unesco, ad iniziare da unicità e omogeneità del territorio». La sfida è, adesso, rendere corposo e degno di attenzione il dossier da presentare all’Unesco, affinché si possa portare a casa la vittoria. E dopo la “Dieta Mediterranea” sarebbe una bellissima vittoria.
Il dossier, intitolato “Paesaggio Agricolo della Piana degli oliveti monumentali di Puglia”, alla cui stesura hanno contribuito in tanti, verrà presentato entro la fine di febbraio. Bisognerà inoltre creare ad hoc un Comitato Promotore. E pare che in molti si sono dimostrati interessati a farne parte: dai Comuni di Monopoli e Polignano a Mare, a vari enti pubblici e a moltissime associazioni, sia locali che nazionali, ed anche internazionali. Con un occhio particolare al settore agricolo a cui si deve la perfetta conservazione del territorio lungo questi secoli.
È grazie al certosino lavoro di ogni singolo agricoltore, e specialmente l’olivicoltore, che i nostri ulivi e il loro prodotto sono diventati una delle eccellenze pugliesi nel mondo. Bisogna trovare quindi la giusta maniera per rendere il settore agricolo un ottimo volano per lo sviluppo dell’economia locale, del turismo e della cultura. Senza trascurare le magnifiche Masserie disseminate tra i territori interessati, alcune delle quali sono dotate di frantoi ipogei di straordinaria bellezza; o le affascinanti chiese bizantine. E molto altro.
Il cammino da compiere è ancora molto lungo, si parla addirittura di anni perché vada in porto la nomina, ma ne vale sicuramente la pena.