L’esordio di Francesco Palantoni ci è caro, quanto la trasmissione televisiva degli anni ottanta che ha portato alla notorietà numerosi personaggi televisivi , ci riferiamo a “Indietro tutta” di e con Renzo Arbore. Caleidoscopio coloratissimo di umorismo, spensieratezza genuina che, come il bacio della buona notte di un’entità buona, ci regalava un sorriso prima di prendere sonno. Una “Generazioni di fenomeni”, citando una nota canzone, e tra questi, il nostro Francesco Paolantoni, il “cupido” biondo e riccioluto, sospeso su un’altalena, che sprizzava simpatia allo stato puro. Francesco, ne ha fatta di strada come artista, e che artista! Anche nel ramo dell’arte figurativa, ma di questo ne sapremo di più proprio dalle sue parole.. Ma adesso, ritorniamo al percorso di Francesco in televisione, sempre in trasmissioni della RAI l’abbiamo visto in: “Fate il vostro gioco”, “Banane e Tirami su” in onda su Rai 2 con Giobbe Covatta e Enzo Iacchetti con i quali collaborerà su Odeon TV con “Telemeno” e “Sportacus”, di cui è anche autore insieme a Stefano Sarcinelli; “Mai dire gol” dove dà vita ai personaggi di Ruggero De Lollis, Robertino e il nonno virtuale a livello multimediale; “La posta del cuore” ideato e condotto da Sabina Guzzanti ;“Quelli che il calcio” (vi rimarrà fino al 2001) condotto da Fabio Fazio; la mini sit-comedy “Gratis”su Raiuno e tante altre ancora… Inoltre l’abbiamo potuto apprezzare come attore cinematografico in diverse pellicole, quali: “Fatalità”, regia di Nini Grassia (1991);”L’amore molesto”, regia di Mario Martone (1995);”Hotel Paura”, regia di Renato De Maria (1996);”Baci e abbracci”, regia di Paolo Virzì (1999);”Terra bruciata”, regia di Fabio Segatori (1999);”Tutti gli uomini del deficiente”, regia di Paolo Costella (1999);”Liberate i pesci!”, regia di Cristina Comencini (2000);”Bimba – È clonata una stella”, regia di Sabina Guzzanti (2002);”Il segreto del successo”, regia di Massimo Martelli (2003);”Totò Sapore e la magica storia della pizza”, voce, regia di Maurizio Forestieri (2003);”L’Amore di Kyria”, regia di Carlo Tranchida (2010); “A Sud di New York”, regia di Elena Bonelli 2011;”La crociata dei buffoni – The Last Summer”, regia di Brando Improta (2014); e “Andiamo a quel paese”, regia di Salvatore Ficarra e Valentino Picone (2014).
Francesco, sfogliando il tuo curriculum artistico, possiamo affermare che hai lavorato con grandi professionisti dello spettacolo in entrambi i rami, sia quello televisivo che quello cinematografico. Non possiamo però esimerci dal chiederti di parlarci della tua esperienza in “Indietro tutta”. Puoi svelarci qualche curiosità?
“Di curiosità riguardo a indietro tutta ce ne sarebbero tante, se non fosse passato troppo tempo per potersele ricordare, mi è rimasto il ricordo dell’entusiasmo e l’esaltazione provata assaporando la consapevolezza di far parte di un programma che avrebbe fatto parte della storia della televisione, e guardando quella che è diventata oggi la televisione, soprattutto rispetto ai programmi comici, sono più che mai convinto di essere stato un privilegiato, per uno che fa il mio mestiere è il massimo che possa accadere, e succede così di rado, forse oggi impossibile.”
Francesco, quali sono i tuoi auspici per il tuo futuro?
“Non faccio quasi mai progetti, sia nella vita privata che in quella professionale, col mio lavoro poi, e soprattutto in un momento come questo, sarebbe assai difficile farli, sto lavorando a progetti vari, di cinema e televisione, ecco, il mio progetto più imminente è quello di lavorare affinché i progetti più lontani vadano in porto.”
Francesco, prima, abbiamo accennato al tuo essere poliedrico che ti vede protagonista anche nell’arte figurativa. Puoi dirci di più?
“Ho avuto sempre una passione per l’arte figurativa, ma quella che sta diventando ormai la mia seconda attività nasce in realtà da una pulsione nevrotica, ho da sempre fatto, come forma antistress, ovunque mi trovassi, dadini di pane, ne facevo a centinaia, fino a che un giorno, per caso, riversandoli sul tavolo venne fuori una forma di cuore, dal quel momento è diventato un modo nuovo, così come ho fatto scrivendo e inventando situazione e personaggi per la televisione e il teatro, di comunicare emozioni, sensazioni, stati d’animo. E l’idea di farlo con i mosaici di pane, elemento primario della nostra vita, rende per me tutto più gratificante, posso dire davvero, con tutta l’ironia possibile, di mangiare pane e arte!”