(di Francesco Monteleone)
Commedia di Teodosio Saluzzi con Pinuccio Sinisi, Lilia Pierno, Enzo Strippoli, Daniele Bottalico, Renzo Deandri, Mauro Milano. Regia di Enzo Strippoli. 2014.
A Bari non è facile vedere recitare insieme tanti bravi attori comici su un palcoscenico teatrale. La rivalità, l’egoismo, i sospetti, le frustrazioni prevalgono sulla volontà di far qualcosa insieme, divertendosi. Perciò consideriamo fruttuosa e di buon auspicio la commedia scritta da Teodosio Saluzzi che ha chiuso la programmazione brillante al Teatro Duse. E conoscendo uno per uno gli interpreti, pensiamo che il Destino poteva essere meno ingrato con loro. Purtroppo al sud chi non sbanca è fottuto.
Il soggetto: un anziano salutista (Pinuccio Sinisi) che non sopporta di dover morire è costretto a tenere in casa il genero ‘becchino’ (Enzo Strippoli), al quale però impone di indossare la divisa funebre fuori delle mura casalinghe. Sua figlia (Lilia Pierno), nata a Canosa e parlante un dialetto incomprensibile, come se non bastasse gli ha dato un nipotino sciupato che pesa un quintale e mezzo (Daniele Bottalico). Per non compromettere la convivenza, gli ospiti devono rispettare il regime alimentare restrittivo del vecchio parente e le sue abitudini fisiologiche. Inoltre il becchino fa thanatos senza eros, assicurando un’insufficiente dose di piacere carnale alla propria signora. La nevrotica normalità famigliare è curata giornalmente dal medico di base (Renzo Deandri), il quale deve quintuplicare la propria pazienza per non scemunire insieme ai pazienti. E in tanta confusa allegria si viene a sapere che il sig. CampoSandro (Mauro Milano) Direttore generale del cimitero pubblico vuole nominare il suo successore e sta procedendo con le selezioni…
Questa commedia fatta in economia è tutta dialoghi, pochi gag e nessun colpo di scena. Non c’è stato un gran lavoro artistico per l’ottimo capocomico Enzo Strippoli, ma il risultato è sopportabile. Il pubblico si diverte sempre quando gli attori satirici sanno sdrammatizzare la temibile e odiosa morte. D’altronde, come insegna il titolo, chi trapassa dall’Eden terrestre all’aldilà è sempre un ‘fesso’ agli occhi dei viventi. Invece, per noi critici linguacciuti è stato come assistere ad una partita di beneficienza, disputata da ‘vecchie glorie’. Ogni attore ha dato un saggio del proprio talento e il regista ‘selezionatore’ e riuscito a trovare uno straccio di amalgama. Pinuccio Sinisi si diverte sempre di più a trasgredire la legislazione ipotetica della grammatica italiana, inventando deliziosi giochi di parole. Lilia Pierno, unica gloria femminile, è una mitraglia a voce di invitanti fraintendimenti. Renzo Deandri si esercita a facili ruoli giovanili ora che ha maturato nell’anima la sua migliore intonazione ironica. Mauro Milano è l’operaio specializzato della prosa pugliese. Qualsiasi parte venga rifiutata da un attore ambizioso, lui la interpreta nel modo migliore; Mauro ha il lavoro assicurato per i prossimi 20 anni, in attesa che si bruci tutta l’erba secca attorno a lui. Daniele Bottalico qui si guadagna il più alto grado di divertimento, con un monologo ben pensato. “Impegnando la sua obesità è costretto a dormire 8 ore perché lavora come collaudatore di materassi; ma quando si alza è stanco di aver lavorato e vuol dormire…” Al regista Strippoli va il premio per la mansuetudine. È riuscito a soddisfare le esigenze economiche della produzione, senza bruciare la dura corteccia dei suoi colleghi. Teo Saluzzi ha la scrivania pieno di commedie. Per attori di valore deve tirar fuori copioni molto più impegnativi. Questa gente gode, se non si accontenta.