di william shakespeare traduzione e adattamento di francesco niccolini con dario cadei, ippolito chiarello, angela de gaetano, franco ferrante, antonio guadalupi, filippo paolasini, luca pastore, fabio tinella musiche di paolo coletta scene e realizzazione pittorica di roberta dori puddu scenotecnica costruttiva luigi conte costumi di lapi lou luci di davide arsenio regia di tonio de nitto una produzione factory compagnia transadriatica
Questa e’ la storia di Caterina, di sua sorella Bianca e di un intero villaggio.
Questa e’ la storia di un villaggio che ha ferito e svenduto un bene prezioso.
Questa e’ una storia che avrebbe potuto essere una favola.
Caterina l’inadeguata, la non allineata e’ la pazza per questo villaggio. Dietro di lei, spigolosa ma pura e vera, un mondo di mercimoni, di padri calcolatori, di figlie in vendita, di capricci lontani dall’amore, di burattinai e burattini non destinati a vivere l’amore, ma a contrattualizzarlo. La nostra Caterina non sta a questo gioco e come in una fiaba aspetta, pur non mostrando di volerlo, un liberatore, un nuovo inizio che suo malagrado potrà costarle molto più di quanto immagini. Ed ecco che la commedia si fa favola nera, grottesca, più
contemporanea forse, nel cinico addomesticamento che non è molto diverso dallo spietato soccombere. Factory ritorna ad affrontare Shakespeare dopo le felici prove del Sogno e di Romeo e Giulietta, insistendo ancora una volta su una lettura corale e visionaria dove la musica e la rima concorrono a restituirci una sorta di opera buffa, caustica e comicamente nera.