Edizioni S.U.I. che è l’acronimo di -Sviluppi Umani Immaginati- è una casa editrice fondata da Brhan Tesfay, 47 anni, italo/eritreo, lettore, scrittore e dal 2012 con la moglie Ruth anche editore e fondatore di Edizioni S.U.I http://www.edizionisui.it/
La casa Editrice S.U.I pubblica in formato tradizionale e digitale rappresentazioni ispirate dal magma del vissuto: romanzi, saggi, fiabe, poesie, biografie e teatro. La missione è dare spazio alla narrazione senza patria. La “missione” di Brhan è pubblicare libri per raccontare l’Italia multicolore, in catalogo troviamo anche autori italiani.
Brhan, cosa significa fare l’editore in Italia?
Significa credere e vivere la poesia, anche se nel quotidiano si tratta di lavorare duro, affrontando ogni difficoltà con un atteggiamento di speranza, coraggio, follia, forza fisica e mentale.
Brhan, ti senti più autore o editore?
Fare l’autore, lo trovo molto stimolante. Al netto di tutte le difficoltà… e anche interessante il mestiere dell’editore, ti mette in contatto con persone, e autori affascinanti.
Brhan, avendo letto il tuo romanzo “Specchi sbagliati” molto attuale per la tematica che riguarda gli “immigrati di seconda generazione”, ci viene spontaneo chiederti subito, perché questo titolo?
Credo fermamente che ognuno di noi sia uno specchio per l’altro, non solo per la definizione della nostra percezione, ma anche per l’idea che si fa di sé l’altro, chiunque egli sia. Noi siamo fondamentali per l’esistenza dell’altro, in sintesi si potrebbe dire che, noi siamo lo spirito di ciò che guardiamo. Proprio per questo penso che, il nostro sguardo sia sbagliato nei confronti di tutti quelli che definiamo “non normali, non ovvi” e in questa categoria rientrano quelli definiti “immigrati di seconda generazione”, questo termine è violenza, disumanità e mancanza di fantasia. Il mio lavoro in questo romanzo rientra proprio in questa descrizione, spero, e il mio augurio è che, leggendolo, ogni sguardo possa rendersi conto che, tutti si meritano un respiro meno disumano, meno violento, e che si prenda atto che, il nostro sguardo non è un muscolo involontario.
Brhan , “Specchi sbagliati” è un romanzo a volte duro, schietto, e per chi non amasse un linguaggio “forte”, potrebbero essere un impedimento la presenza delle “parolacce ”, sebbene siano funzionali al testo stesso. Ci piacerebbe che, tu, quanto autore, ti pronunziassi in merito.
Hai ragione, l’arte dovrebbe tendere al bello, e nelle parolacce quasi sempre non vi è bellezza, ma quella violenza che subiscono i miei personaggi non poteva essere resa “nauseante” attraverso un altro linguaggio, quindi, mi auguro che quelle pagine dense di parolacce possano suscitare un senso di ripugnanza, ripensando al proprio sguardo che definisce l’altro.
Brhan, ho notato che le protagoniste femminili, Jasmin e Vittoria, occupano gran parte della narrazione in “Specchi sbagliati”, per quanto il romanzo inizi con un gruppo di ragazzi che vorrebbero formare un gruppo rock .
Si, tanto da farmi pensare che la seconda parte del romanzo potesse avere come titolo – una anima in due corpi- perché, sia la storia di Vittoria, e sia quella di Jasmin, sono intercambiabili, dato che vivono le stesse dinamiche famigliari, sociali ed ecc. sebbene in periodi diversi.
I nostri lettori a questo punto saranno curiosi. Per chi volesse leggere il romanzo di Brhan, consigliamo di visitare la pagina della casa editrice. http://www.edizionisui.it/scheda.asp?IDV=4
Brhan ti ringraziamo per questa chiacchierata. Un’ultima domanda. Quale sarà il tuo prossimo lavoro?
Sono assolutamente grato io a voi che mi date la possibilità di parlare con i vostri lettori e di fare conoscere il mio romanzo ed Edizioni S.U.I. Il prossimo romanzo che uscirà sarà “Il vissuto e la balena”, il secondo ‘Il candidato’.