È mercoledì 9 settembre, ore 12,00. Dinanzi al Teatro Petruzzelli, la manager internazionale di musica, Encarna, mi viene incontro con un cappello a falda larga trés joly, portando nel cuore la sua Francia e sul volto l’allegria dell’Andalusia, paese in cui si è trasferita da alcuni anni. La segue con passo discreto il suo compagno Jean-Paul, che con sua figlia Michelle ha dato vita al gruppo musicale French-Latino: una band originale, che accosta i ritmi del Mediterraneo e fa spettacoli in tutto il mondo.
Per qualche ora, il gruppo “approda” nella nostra città con una nave da crociera francese, su cui all’indomani avrebbe tenuto un concerto. Jean-Paul è follemente innamorato dell’Italia e si mostra impaziente di visitare Bari.
“C’est fantastique! Je voudrais un appartament sur la mer pour les vacances” (Fantastico, mi piacerebbe affittare un appartamento sul mare per le mie vacanze), continua a ripetere sulla muraglia, mentre scatta fotografie alle casette ricoperte di fiori.
Qualcosa, però, nel nostro delizioso mini-tour alla scoperta di Bari, va storto. Per ben due volte, mi ritrovo a dover rimediare a pessime figure che non avevo messo in conto e che più volte mi fanno arrossire per la vergogna.
Ecco, in breve, come la nostra Bari accoglie i visitatori.
I miei ospiti decidono di accomodarsi presso un bar in Piazza del Ferrarese. Ordiniamo un cappuccino all’italiana per Jean-Paul, un latte con tè per Encarna e un caffè per me. Quando arriva il conto, i due turisti esclamano con gli occhi sgranati: “C’est trop cher!” (È troppo caro!).
Riparare all’inganno tocca a me. Chiedo spiegazioni alla barista -che quasi sicuramente non aveva notato la presenza di un’italiana nel gruppo- e riesco a recuperare due euro e le sue scuse per il “casuale” errore nel conto.
Continuiamo la passeggiata. La Basilica di San Nicola e la Cattedrale di San Sabino riescono a placare i cuori e, tra me e me, penso che ancora una volta la bellezza e l’arte ci hanno salvato.
Che illusione! Ho solo cantando vittoria troppo presto.
Sulla via del ritorno scopro che i due turisti hanno letteralmente paura di riprendere il taxi, perché per raggiungermi sono stati costretti a pagare 15 euro per 6 minuti (tanto s’impiega per la tratta dal porto d’imbarco al Petruzzelli). Questa volta, busso al finestrino del primo taxi che mi capita a tiro e mi arrabbio sul serio.
- Scusi, ma quanto costerebbe andare da qui al porto?
- Abbiamo tariffe fisse a 12 euro.
- Loro per venire al Petruzzelli hanno pagato 15 euro. Come mai?
- Non lo so, signora, non saprei cosa risponderle.
- Comunque adesso i miei amici hanno a disposizione solo 10 euro. La prego di riaccompagnarli!
L’accordo è fatto. Jean-Paul ed Encarna mi abbracciano affettuosamente e, nonostante i due incresciosi episodi, sembrano soddisfatti della piacevole mattinata.
Io, invece, lo sono molto meno e a distanza di giorni continuo a chiedermi: “Ma queste figure barbine non si possono proprio evitare?”