Una “Maria Stuarda” mozzafiato per il duo Baccarini/Guarnieri

Di Dino Cassone

Di Dino Cassone

Un duello di bravura tra Maria Laura Baccarini e Crescenza Guarnieri nell’emozionante versione della “Maria Stuarda” tratta dal testo di Dacia Maraini. Complice, forse, la suggestiva cornice dell’ex Sala delle Armi del Castello Carlo V di Monopoli, la lettura scenica offerta dalle due attrici è stata superba. Un’ora circa durante la quale il pubblico è rimasto assorto e senza fiato, avvolto dal pathos che le interpreti, immerse in un efficacissimo gioco di luci hanno costantemente regalato, grazie anche all’originale allestimento scenico della stessa Guarnieri, mentre le scelte musicali e la creazione delle melodie sono state curate dalla Baccarini.

Gurnieri-Baccarini

Fedele al testo originale che prevede il continuo “scambio delle parti” delle due attrici che vestono e svestono con leggiadri movimenti scenici i panni ora delle due regine (la Baccarini in quelli di una “stronzissima” Elisabetta I, la bastarda protestante; la Guarnieri in quelli di un’appassionata e viscerale Maria Stuarda, la cattolica e più vicina erede al trono d’Inghilterra), ora in quelli delle loro rispettive dame di compagnia/serve (la Baccarini interpreta la servile e adorante Kennedy, la Guarnieri invece interpreta la tosta Nanny, anima nera e senza filtri di Elisabetta).

Questo testo della Maraini è in realtà una rilettura “capovolta” dell’omonima opera di Schiller. E l’occhio attento e la penna mirabile dell’autrice non potevano che puntare su una riscrittura più intimamente femminile, lasciando alle donne tutto lo spazio scenico. Molteplici gli spunti: il complicato rapporto tra le donne e il potere; la lotta contro il mondo politico e assolutamente maschilista per affermare il carattere e le decisioni personali; lo scisma religioso tra cattolici e anglicani (Maria è la figlia di Anna Bolena ed Enrico VIII, fautore dello scisma stesso). Il tutto sullo sfondo di un secolo, il Cinquecento, lontanissimo da noi, eppure così attuale.

Senza entrare in merito alla storia, risaputa, del legame delle due cugine e del destino di entrambe (sicuramente amaro quello della cattolica erede di Scozia, che finirà per essere decapitata proprio grazie alla sua “amata sorella”), gli elementi che catturano e colpiscono sono due: il fatto che le due donne non s’incontreranno mai di persona, ma solo in sogno; e che i personaggi maschili vengono solo in qualche maniera “evocati”, quasi non contassero nello svolgimento dei fatti. Ricordiamo sempre che l’autrice è una donna, e questa donna si chiama Maraini.

Superfluo citare i curricula delle due interpreti: Maria Laura Baccarini e Crescenza Guarnieri sono due belle realtà dello spettacolo, che hanno saputo trovare il giusto equilibrio tra due caratteri e personalità differenti, regalando una pièce vibrante e certamente riuscita. Da non perdere.

Slc Cgil Puglia