Invitata da uno dei più giovani editori baresi, Alessio Rega di Les Flaneurs, sabato 27 agosto ho partecipato alla manifestazione Libri nel Borgo Antico a Bisceglie. Pensavo di dovermi sciroppare lunghe e noiose presentazioni e, invece, è stata una serata davvero piacevole. L’idea dell’iniziativa forse non è nuova, ma lo spirito sicuramente sì. Ed eccovi spiegato perché.
Centinaia di autori e giornalisti si sono avvicendati dal 26 al 28 agosto. I vicoli del centro storico –in particolar modo via Marconi, via Frisari, Largo Sant’Adoeno, il Castello Svevo e piazza Duomo- sono stati la culla perfetta di conversazioni brevi e intense su nuove pubblicazioni. Impeccabile l’organizzazione, con un’alternanza degli ospiti ogni mezz’ora, il tempo giusto per incuriosirsi al prodotto senza annoiarsi. “Marenero” di Gabriella Genisi, “Fidati di me fratello” di Alessio Viola, “Non guardare nell’abisso” di Massimo Polidoro e “La fisica dell’amore” di Francesco Monteleone sono alcuni dei titoli presentati nel corso della treggiorni, accanto a ospiti di spessore nazionale come Claudia Koll, Paolo del Debbio, Diego De Silva e Pio e Amedeo.
Una formula abbastanza accattivante, in sostanza.
Ma veniamo allo spirito della manifestazione, come dicevamo in incipit.
Sin dal primo colpo d’occhio, abbiamo avuto la sensazione che Libri nel Borgo Antico non fosse la solita vetrina dei grandi scrittori, una fiera in cui andare a pavoneggiarsi. Protagonista assoluto ci è sembrato il Libro. Con la l maiuscola per l’appunto. Libro inteso come amico, come compagno di viaggio, come scelta di vita, come piacere o come dolore struggente. Ne è una conferma la grande attenzione e l’accoglienza rivolta agli scrittori in erba e soprattutto agli editori -persino a quelli senza santi in Paradiso- che i libri li vedono per davvero crescere (o morire) come figli. Ognuno di loro ha avuto a disposizione un vecchio locale già arredato, in una viuzza del centro storico, in cui esporre i titoli, incontrare i lettori, rispondere alle curiosità e soprattutto vendere.
Già, perché come ricordava uno spot che passava tra una conversazione e l’altra, i libri si devono comprare e queste manifestazioni servono a ricordarcelo. Per una regione ricca di potenzialità come la Puglia, essere fanalino di coda per numero di vendite e di lettori è un dato più che mortificante.
Altro motivo per cui l’iniziativa ci è piaciuta non poco? L’animo pop, che si è mescolato all’atmosfera propriamente colta e raffinata della kermesse. Cittadini e turisti di tutte le età passeggiavano, ascoltavano, sbirciavano e si appropriavano del centro storico. In una piazza, c’era una fila manco ci fosse la migliore gelateria della città: era “solo” la bancarella dello “Scambiolibri”, dove poter prendere un libro a patto di lasciarne un altro. Un incitamento a una forma di lettura non egoistica, tendendo una mano ad altri lettori.
Ora, non sappiamo se effettivamente la manifestazione sia stata proficua, se i libri si siano davvero venduti, se per gli scrittori e gli editori abbia rappresentato una buona opportunità. Ma di sicuro, tutto ciò che invoglia a prendere familiarità con questo oggetto sempre più astruso, chiamato libro, e a riscoprirne tutta la bellezza, non è mai un’operazione fatua.
Nella speranza che il tempo ci dia ragione