“Braccialetti Rossi 2” andrà in onda su Rai Uno, a partire dal 15 febbraio
Chiunque abbia vissuto l’adolescenza negli anni ’90, ricorda la fiction “Amico mio” ambientata in un ospedale pediatrico. Sulla colonna sonora di Nicola Piovani, cominciava a formarsi un groppo in gola e un luccichio s’affacciava agli occhi. Poi, appena facevano la loro apparizione il giovane paziente Spillo e il dottor Paolo Magri (gli attori erano rispettivamente Adriano Pantaleo e Massimo Dapporto), fiumi di lacrime bagnavano il volto e i fazzoletti, in casa, non bastavano mai. I primi a piangere erano i bambini; poi, a catena, i genitori e i nonni. E ancora oggi, su facebook accade di leggere qualche commento nostalgico: “Ridateci Spillo, ho voglia di piangere” (come se, tra crisi e disoccupazione, non avessimo già abbastanza motivi per farlo). Oggi, la causa del pianto degli spettatori italiani ha un altro nome, ma la sostanza con cambia. È il fenomeno “Braccialetti Rossi”, la fiction ambientata in un ospedale oncologico, con protagonisti un gruppo di ragazzini tra i 15 e i 17 anni. Girata in Puglia (prevalentemente a Fasano), la prima stagione ha registrato un successo insperato, complici le musiche emozionanti di Niccolò Agliardi e la sceneggiatura di Giacomo Campiotti e Sandro Petraglia. Sono sei i giovanissimi protagonisti della fiction -tra questi, l’attore Carmine Buschini è Leo il leader, Aurora Ruffino è Cris, Mirko Trovato è Davide il bello– che vivono bellissime storie d’amore e d’amicizia nelle stanze della struttura, pur sullo sfondo tragico della malattia e della morte. A sancire il loro indissolubile legame è un braccialetto rosso al polso. Così, mentre alcuni adulti si rifiutano di guardarla, ché un bambino senza capelli (seppur in un contesto di finzione) è un’immagine troppo crudele da sopportare, i teenager sono letteralmente “impazziti”. Restano incollati alla televisione e non perdono mai l’occasione per “assaltare” gli attori del cast. Negli ospedali veri, poi, si è attivata una reazione di identificazione, che in alcuni casi contribuisce a lenire il dolore di pazienti e familiari. Per la produzione, quindi, è stato inevitabile pensare alla seconda stagione, con cinque nuove puntate che andranno in onda su Rai Uno a partire dal 15 febbraio (ed è già all’orizzonte una terza stagione). “La sofferenza e la malattia sono sfruttate in maniera meticolosa e sadica, che forza tutte le reazioni emotive”, lamentano alcuni medici, intimoriti dalle conseguenze che scene simili possono avere sugli adolescenti. Eppure, la generazione di Spillo non sembra aver dato segni di disturbi irreversibili…