CONTARE PER CREDERE, CREDERE PER CONTARE

(di Nicola di Ceglie)

Cari compagni e compagne,

sento il dovere di ringraziare, a voce alta, tutti coloro che hanno partecipato alla manifestazione di sabato 25 ottobre a Roma; essi hanno finalmente reagito con ritrovata vitalità a quello stallo politico alquanto diffuso nella sinistra italiana che oggi mette in pericolo i diritti dei lavoratori.
Sono consapevole che non serve enfatizzare i numeri e le emozioni di una giornata di lotta indimenticabile, ma la coscienza mi dice che i nostri fermenti di sviluppo non devono scomparire appena si è riavvolto l’ultimo striscione e si spento il microfono del palco. Il giornalismo, specialmente quello televisivo, ha un male oscuro: si sofferma sui fatti di cronaca, evitando di elaborare i valori; così è stato anche questa volta. Ebbene le nostre cose è meglio se ce le scriviamo con le nostre mani: la Puglia, sabato scorso, ha fatto sentire il suo carattere combattivo con decine di bus e centinaia di lavoratori che hanno dimostrato di avere un animo sano e forte in un corpo industriale debole e malato. I militanti della CGIL nel lottare non lesinano energie e questo ennesimo risultato del 25 otobre parla chiaro. Un milione di persone si sono riunite per dire ‘no’ allo sfruttamento, ai privilegi e alle disparità sociali. Il socialismo capovolto di Renzi ripropone un modello ingenuo di liberismo ottocentesco: il datore di lavoro vuol sentirsi ‘padrone’ del destino dei dipendenti, praticamente riducendoli a una condizione di schiavitù psicologica e di ricatto.  “Ma mi faccia il piacere!” direbbe Totò. La modernità del leader del PD consiste nel fare ciò che piace alla Confindustria perché, secondo il suo opaco altruismo, chi guadagna 1.200 euro al mese, se non serve, deve essere licenziato nel più breve tempo possibile. Rimandiamo per oggi, il dibattico analitico: io voglio ripetere che è sempre una grandissima emozione partecipare a una manifestazione collettiva nella quale il popolo esprime i propri bisogni e i propri ideali, soprattutto da dirigente sindacale. Dunque grazie a tutti i lavoratori, uomini e donne, della mia Puglia che ancora una volta con il sorriso in faccia si sono sacrificati fisicamente per due giorni, in nome della libertà e dell’emancipazione. L’unione fa la verità, caro presidente del Consiglio. Per ognuno dei tuoi illustri partecipanti alla Leopolda ce n’erano mille dei nostri a Piazza San Giovanni.

Nicola Di Ceglie