Lo spettacolo sarà in scena sabato 14 novembre alla Cittadella degli artisti di Molfetta, nell’ambito della rassegna “Altrove – l’arte della commedia” dell’associazione Malalingua.
Una storia semplice, ma ricca di contenuti.
“Riccardo e Lucia” della regista coratina Claudia Lerro parla d’amore, di sogno e di bellezza. Insomma, racchiude tutto ciò di cui gli uomini sentono urgente bisogno in questo momento.
Un motivo in più per non perdersi la visione di questa pièce teatrale.
Ispirato agli appunti e al diario del nonno di Claudia, Riccardo Lerro, lo spettacolo è la storia d’amore -eterna, ma imperfetta- tra un uomo e una donna. Poeta e attivista politico originario di Pagani il primo, donna semplice e umile la seconda: i due si ritrovano naufraghi (sia pure in modo diverso) del Fascismo, in una Puglia povera ma laboriosa.
Lo spettacolo ha vinto la Rassegna Salviamo i Talenti – Premio Attilio Corsini 2013 entrando così nel cartellone del Teatro Vittoria –Attori & Tecnici di Roma.
Claudia, com’è nata l’idea dello spettacolo?
L’idea dello spettacolo è nata dopo la morte di mia nonna Lucia. Il carro funebre sfilava sul corso del mio paese e i vecchietti seduti alle panchine, uno ad uno, si sono alzati in piedi e si sono tolti il cappello, a salutare con rispetto la vita semplice, umilissima di Lucia. Attaccata al finestrino della macchina con cui seguivo il carro, ho pensato a quanto di quel gesto sia stato perso dalla generazione a cui appartengo. E questo mi ha spinto a scrivere di questa storia semplice, eppure eterna, vera eppure stra-ordinaria che è la storia dei miei, dei nostri nonni.
“Riccardo e Lucia” è una storia che parla d’amore. Qual è, dunque, la sua considerazione dei questo sentimento?
Credo che non ci sia domanda più difficile di questa. La mia idea di amore è a metà strada tra l’uccellino che prepara il suo nido e Che Guevara che combatte per il suo credo. Ciò che so è che l’amore resta nella gioia e nel dolore, l’amore sceglie da che parte stare e lì lotta, esiste e resiste. L’amore è. E se abbiamo un po’ di quell’eternità da cui veniamo e a cui siamo destinati, be’ quel “po’” si chiama AMORE.
A chi ne consiglierebbe la visione?
A chi non crede più. A chi non sa più qual è la strada giusta, a chi ama e a chi non sa più amare, a chi ha un fardello di passato da dimenticare. Quando rivedo Riccardo e Lucia mi pare di ricevere una carezza di speranza e coraggio.