Il comune di Milano effettua una gara, per il servizio 020202, in cui l’importo a base d’asta, che sarà ulteriormente ribassato, non copre neppure il costo del lavoro e Acea, azienda pubblica del comune di Roma, nella gara autorizza e disciplina la delocalizzazione all’estero della attività, è evidente che questo Paese ha perso completamente ogni logica e che le prospettive di uscita dalla crisi resteranno solamente una speranza.
Cosi dichiara Michele Azzola, Segretario nazionale di Slc Cgil in merito alle due gare che disciplinano le attività di Call Center dei due enti Pubblici.
Mentre il settore è sottoposto ad una crisi gravissima che mette a repentaglio migliaia di posti di lavoro e il sindacato è impegnato a chiedere alla committenza privata “responsabilità sociale” evitando di incrementare le attività de localizzate all’estero, riscontriamo che enti pubblici scelgono scorciatoie pericolose e irresponsabili.
In questo modo, per risparmiare sul costo del servizio, si carica sulla collettività il costo degli ammortizzatori sociali che saranno di molto maggiori rispetto ai risparmi conseguiti e priveranno di un’opportunità lavorativa centinaia di giovani nell’unico settore che ha offerto prospettive occupazionali negli ultimi anni.
Ci chiediamo che prospettive possa avere un Paese in cui la stessa classe dirigente assume decisioni che aggravano la crisi del Paese facendo crollare i consumi interni e gravando la collettività di costi sociali enormi.
Forse, conclude il sindacalista, Renzi non dovrebbe preoccuparsi, giustamente, di fissare solo un tetto massimo alle retribuzioni dei dirigenti pubblici ma anche di verificare chi lavora nell’interesse del Paese, contribuendo all’uscita dalla crisi, e chi, invece, aggrava le condizioni generali provvedendo ad allontanarli dalla gestione della casa pubblica. Se qualcuno ancora non lo avesse compreso nel mondo dei call center sono in pericolo, oggi non domani, decine di migliaia di posti di lavoro.
Roma, 10 Aprile 2014