Servirebbero più donne come Alessandra Ballerini nella nostra vacillante Italia. Donne pronte a dire quello che pensano e per nulla interessate a scendere a compromessi, perché è tra le pieghe della loro coscienza che si svolge –in primis– la battaglia della vita. Alessandra è un combattente avvocato e membro della Cgil di Genova. Nel suo libro, “La vita ti sia lieve”, raccoglie con coraggiostorie di migranti con cui si è “scontrata” nella scuola Diaz di Genova e a Lampedusa, uscendone inevitabilmente cambiata. Sono testimonianze di donne e bambini che fuggono dalle atrocità della guerra e che approdano in Italia sperando di trovarvi la “Terra Promessa”; ma s’imbattono in trattamenti altrettanto disumani e in una carnevalata di leggi ingiuste e istituzioni inefficienti. Di qui, la necessità di difendere queste vite spezzate.
Che cosa spinge una donna bella e intraprendente come lei a schierarsi dalla parte dei diseredati?
Il fatto che non si tratta solo di diritti degli altri, ma sono anche i miei. In realtà, lo faccio per contrastare una mia paura: io ho il terrore che alcuni diritti fondamentali possano essere violati per me e, quindi, li difendo per tutti.
Dopo aver assistito a storie disumane come quelle che racconta, com’è cambiata la sua vita?
È senz’altro cambiato il rapporto con la realtà che mi circonda. Io distinguo sempre tra Italia e italiani. Tutte le cose a cui ho assistito hanno cambiato il rapporto con le istituzioni, peggiorandolo; ma è migliorato enormemente il mio rapporto con gli italiani. Per cui, laddove c’è un centro di prima accoglienza come quello di Lampedusa, in cui le persone sono sottoposte a trattamenti brutali e degradanti, ci sono i lampedusani che invece riescono a dar prova di grande ospitalità.
È ancora possibile un’idea di giustizia in Italia?
Ci sono tantissime persone che hanno ben chiara l’idea di giustizia. Mi basta pensare all’impegno di organizzazioni come Amnesty International. Ecco, fin quando ci sono persone così appassionate, che secondo me stanno crescendo numericamente e in quanto a efficienza, conservo la speranza.
Consiglierebbe questo libro a qualche politico italiano?
Se non mi denunciano, sì.