Care compagne e compagni,
Alexis Tsipras è il nuovo capo del governo in Grecia (vorrei dire: alla faccia del dottor Schäuble, ministro delle finanze tedesco). Pablo Iglesias, l’affascinante leader del movimento Podemos nel prossimo autunno conquisterà certamente il governo in Spagna. (e noi faremo le condoglianze al premier Mariano Rajoy). In Arabia Saudita, Mohammed bin Salman, figlio del nuovo re Salman, è stato nominato consulente speciale del monarca e “capo della corte”. Grazie a Dio (a qualunque dio) Mohammed ha solamente 30 anni, al contrario di tutti quei vecchi che usano lo scettro per grattarsi la schiena. Questi tre giovani, in condizioni estremamente difficili, possono cambiare la vita a milioni di persone se avranno una buona volontà. Speriamo che un giorno potremo scrivere di loro che sono stati amati dai loro popoli. Pablo Iglesias è un rivoluzionario tranquillo, gli Indignati non lo abbandoneranno. Mohamed dovrà dare respiro a una società soffocata dall’islamismo, perché l’Arabia è il paese più conservatore del mondo. Ma in questo editoriale voglio firmare poche cose su Tsipras, che chiamerò Alexis, perché il nome è più facile da pronunciare del cognome. Il compagno Alexis ha da pagare un debito di 315 miliardi. Come farà a risolvere un guaio così grosso? I professoroni dicono che 1) può prolungare il debito, 2) chiedere un’altra cancellazione delle cambiali, 3) dichiarare il default (il fallimento) uscendo dalla unione monetaria o dalla Unione Europea.
Sicuramente Alexis non eseguirà più gli ordini dei banchieri europei, che consigliano di sottoporre il suo popolo alle ‘misure di austerità’, perché esse producono miseria e povertà. Le cazzate fatte da Samaras, il suo predecessore, hanno insanguinato tutta la Grecia: privatizzazioni, licenziamenti, tagli…tutte decisioni contro la gente comune, prese da governanti pagati dai poteri forti. Invece il compagno Alexis ha detto che aumenterà il salario minimo, riassumerà i 12 mila dipendenti pubblici cacciati in malo modo e ridarà il lavoro alle fantastiche donne delle pulizie del Ministero delle finanze. Perché i sacrifici è giusto farli, ma senza distruggere le famiglie che vivono con un piccolo reddito. Si chiama ‘sostenibilità sociale’ e significa riforme fatte con umanità. La Grecia, come l’Italia e tanti altri stati europei, deve tendere a ottenere il pareggio di bilancio. Ma la ricchezza si accumula con il lavoro, non con lo sfruttamento. Alexis, con il suo popolo, dovrà pagare il debito e rimanere in Europa: lo farà, come ha dichiarato, combattendo l’evasione fiscale, la corruzione e le politiche clientelari. Non è difficile, né per lui né per noi: basta essere onesti, giusti e altruisti. Queste 3 caratteristiche sono considerate essenziali per un comunista, in Grecia e in ogni parte del mondo. E se Tsipras sarà così, io sarò con lui.