La CGIL pugliese vuole rilanciare il settore dello spettacolo…Il 7 febbraio 2014 non ha sprecato molte parole Nicola di Ceglie, segretario regionale della SLC per promettere ad una corposa rappresentanza di attori, musicisti, ballerini ecc. una decisione sindacale che stava tardando a venire. “Gli artisti sono i lavoratori più fragili in questo Stato che si vanta di possedere enormi ricchezze culturali, ma investe solamente lo 0,2% del P.I.L. in cultura. Il confronto con gli altri stati europei è penoso per noi…” ha commentato subito dopo Tonino Loprieno, sviluppando un’analisi ‘tosta’ della situazione attuale in Puglia. “Chi fa spettacolo si diverte invece di lavorare! Questo è il peggior pregiudizio contro il quale sono costretti a lottare gli artisti. E chi ha deciso di non emigrare a Roma o Milano viene considerato un interprete di serie B, uno sconfitto che si accontenta della provincia, non avendo saputo affermarsi a livello nazionale!Ordunque è giunta l’ora che si faccia una distinzione chiara e distinta tra professionisti, dilettanti e dopolavoristi nelle produzioni culturali. E tutti quelli che vivono (o sopravvivono) devono essere sostenuti da strutture come PUGLIA SOUND, APULIA FILM COMMISSION e soprattutto dal TEATRO PUBBLICO PUGLIESE, che fa agenzia di spettacoli forestieri in Puglia e non riesce ad essere punto di riferimento produttivo per le validissime compagnie locali. E da quest’anno la CGIL aprirà due volte all’anno le proprie porte a un happening con gli artisti più impegnati: Il fine è conoscere più da vicino la loro condizione, in serate di discussione e spettacolo, com’ è già stato fatto ottimamente il 17 dicembre scorso nella manifestazione CULTURA è LAVORO, della quale conserviamo il resoconto in questo sito. Definito l’ambito teorico nel quale si svilupperà la nuova strategia della SLC, i partecipanti hanno appreso che il sindacato inizierà da subito a risolvere i bisogni più urgenti dei propri tesserati; infatti agli artisti sarà garantita la completa ASSISTENZA FISCALE, PREVIDENZIALE E LEGALE, per affrontare meglio una carriera dal futuro sempre traballante. Molti artisti hanno affermato o confermato quanto siano fortissimi i disagi causati dalla segreteria EMPALS di Bari, che è disponibile al pubblico solamente il martedì (caso unico in Italia) e che vanta una funzionaria “rinunciataria e incapace”. La SLC CGIL sta creando unoSPORTELLO PER GLI ARTISTI, diretto da un esperto in tutte le materie fiscali e previdenziali riguardanti la categoria; inoltre sarà attivata una newsletter con la quale si raccoglieranno e discuteranno le questioni burocratiche più incomprensibili e irrisolvibili. Dalla SLC pugliese si daranno tre forti spinte ai politici che dimenticano troppo spesso una categoria di lavoratori tanto prestigiosa: in mezzo a tante riforme necessarie bisogna approvare una volta per tutte la Legge sul WELFARE DELLO SPETTACOLO, assurdamente bloccata da più di un decennio. Inoltre, risulterebbe molto benefica laDEFISCALIZZAZIONE DEGLI INVESTIMENTI IN TEATRO E MUSICA, come è stato fatto per l’industria cinematografica, che ne ha tratto grandi vantaggi. Infine, è indispensabile l’UNIFICAZIONE DEI CONTRATTI DI LAVORO ARTISTICO, dato che ormai se ne contano una decina in circolazione.
Felice Mezzina, musicista e attivista sindacale, ha sottolineato quanto sia eticamente giusto aumentare il FUS, che è stato ridotto a una miseria da governi oscurantisti e persecutori. Anche localmente bisogna rinnovare alcuni strutture gestite senza vigore ideale: “il MEDIMAX è una gigantesca buffonata, che fin dall’inizio non è servita a far incontrare produttori e musicisti…” Inoltre, bisogna sorvegliare sulle forme più subdole di sfruttamento marginale. Basti pensare a come vengono trattati i musicisti di spettacoli da vivo: sottopagati, pagati a nero, non-pagati se le serate vanno male e soprattutto senza mai un contributo previdenziale. Il dott. Tagliente, responsabile dell’INCA di Taranto, ha indicato con mano ferma i comportamenti più ragionevoli e protettivi da far subito:
– Gli artisti imparino a consultare gli esperti dell’INCA, per tutte le loro questioni professionali.
– Trovino sempre il modo di iscriversi al collocamento nei periodi di disoccupazione, perché si possono sfruttare molte forme di assistenza disponibili, ma poco conosciute.
– Si informino di continuo sulla propria posizione pensionistica, per evitare che la negligenza sia causa di amarissime sorprese.
Giuseppe De Trizio, leader dei Radicanto, che per conto suo è un preparatissimo assistente del lavoro si è reso disponibile a soccorrere i colleghi in difficoltà e Maria Giacquinto ha confermato di occuparsi direttamente della prima assistenza sindacale, con la stessa tenacia che esprime sul palcoscenico. Molto interessanti gli interventi del sociologo Leo Palmisano, del foggiano Michele D’Errico, del salentinoLabriola, degli attori Roberto Negri e Ivan Dell’Edera. Più appassionato il discorso di Vito Latorre, che ha invitato la CGIL a ridiventare punto di riferimento reale contro i maltrattamenti subìti degli artisti. In Puglia i gestori del denaro pubblico negli assessorati credono di finanziare solo le ‘eccellenze’, ma in realtà compiono enormi storture e ingiusti favoritismi a cortigiani di destra e di sinistra. Inoltre, sarà fecondo incrementare le residenze artistiche, nate a Berlino, che hanno finora generato un indotto artistico straordinario. Latorre ha rafforzato il tono della sua voce su tre questioni vitali: la eventuale deducibilità delle spese fiscali per aggiornarsi, che soffocano gli artisti più deboli economicamente. Il finanziamento degli strumenti integrativi (sicurezza del lavoro, aggiornamenti tecnologici ecc.) che sarebbero più utili degli scriteriati contributi dati da assessori alla cultura poco competenti. Infine, servonogli spazi per la libera espressione per tutti, affinché il pubblico decida spontaneamente e liberamente la validità degli spettacoli. “Chiunque va sul palco ha sempre qualcosa da dire” ha concluso Latorre, con sincero fervore estetico ed etico.
In poche regioni italiane gli artisti sono compatti, sensibilizzati e impegnati come in Puglia. Il dirigente sindacale Massimo De Cesare se n’è accorto personalmente e, concludendo l’assemblea, ha promesso ogni tipo di soccorso normativo e formativo agli iscritti. “Si dice che in Puglia ci siano 4000 addetti alla cultura, ma il censimento non sembra veritiero. Il lavoro nero è preponderante. Gli artisti tutelati sono pochissimi…” In conclusione saranno 3 i primi obiettivi da raggiungere: 1) Sportello unico di consulenza per gli artisti pugliesi. 2) Sostegno economico ai professionisti, con progetti regionali ed europei. 3) Tutela sindacale dei disoccupati e inoccupati. “Dobbiamo allinearci all’Europa”, ha concluso Tonino Loprieno. “Artisticamente in Puglia non siamo inferiori a nessuno. Ma serve una piccola rivoluzione contro questa goffa politica culturale che invece di stimolare la ricerca e la creatività, crea povertà ideale e abbandoni fuori scena”.